Putin e la Siria

Putin e la Siria
Tonino D’Orazio. 16 settembre 2015.

Avete notato come è cambiata la geografia della Siria? 1/3 ai Jiadisti dell’Isis, (armati e sostenuti da Nato, EU e Usa); 1/3 ai “resistenti civili”, nati da piazza tipo arancione, sostenuto dagli “Amici della Siria” (armati e sostenuti da Usa e Nato, e di cui fa parte direttamente l’Italia); 1/3 al legittimo e refrattario presidente Bashar al-Assad. I russi intendono sostenerlo insieme all’Iran. Usa, Nato e la servile UE si oppongono. Perché sostengono l’Isis e i rivoltosi anti Assad.
Putin, con una mossa a sorpresa ha svelato tutte le carte coperte. Vuole far parte della coalizione internazionale per bombardare quegli assassini terroristi dell’Isis. Chiaro che Usa e Nato non vogliono che si bombardi gli amici (finti nemici) così utili allo sconquasso del medio oriente. Si lamentano, come se la Russia stesse dichiarando loro guerra. Vorrebbero e propongono che la Russia intervenga sotto comando loro o Nato. (Non ridete prego). Visto che Usa, Nato (con forte connotazione turca) e la servile UE stanno facendo di tutto per abbattere il legittimo presidente della Siria, come in genere fanno dappertutto nel mondo per i presidenti refrattari, non ultima l’Ucraina e tra poco il Montenegro. Niente di più interessante di una piccola guerra civile tale da fare implodere il paese. Poi la cristiana pietà europea si occuperà dei profughi. Tutto il nord Africa, ormai democraticizzato, è in questa situazione. Dovunque “portano” la loro democrazia, innegabilmente, vi sono centinaia di migliaia di morti o di profughi sopravvissuti. Alla lunga anche milioni. Tipo genocidio.
Dal 2004 al 2011 il Pil della Siria (stato dichiaratamente e ingenuamente non filo Usa) è raddoppiato e a quel punto la Siria è diventata un “nemico”, anche e soprattutto di Israele, sapendo che più soldi disponibili vi sono più armamenti moderni si possono comperare. Mica vorrebbero riprendersi le alture del Goland che Israele aveva annesse per ricostruire il loro pallino costante della grande patria biblica.
Il ruolo della Turchia è ancora più infido e ambiguo. La Guardia Costiera Greca ha intercettato una nave con 5000 fucili e 500 mila munizioni made in USA senza documenti e nascosti sotto tappeti e attrezzature per palestra. La destinazione era un porto controllato dall’ISIS. La nave è partita dal porto turco di Iskenderun, a circa 50 km dal confine con la Siria, è stato intercettato vicino a Creta verso la fine del mese scorso. Il Governo Turco nega. (www.indipendent. uk.)
Secondo alcuni Ankara, nonostante sia un membro Nato (o forse proprio per questo), stretto alleato dell’Occidente, sarebbe infatti in prima fila tra i sostenitori dell’Isis. Le principali roccaforti del gruppo terroristico sono raggruppate proprio lungo la frontiera della neo-islamica turchia di Erdogan. Migliaia di guerriglieri varcano la frontiera turca per raggiungere la Siria. I curdi vengono bloccati e lasciati trucidare dall’Isis. Non possono entrare in Turchia. Erdogan teme la loro riunificazione con i cosiddetti “turchi di montagna”, cioè i curdi di Turchia. Teme la costituzione di uno stato curdo del nord dell’Iraq, che inglobi un pezzo della Siria del nord-est (già rivendicata da Erdogan in una futura spartizione), alla loro frontiera. Se non può massacrarli lui lo faccia l’Isis. Infatti hanno assistito impassibili alla battaglia di Kobane dove da soli i curdi del PKK sono riusciti a liberarsi dell’Isis, anche se le armi offerte loro ipocritamente dalla Coalizione internazionale finirono poi, come giustamente previsto, nelle mani dell’Isis stesso. L’Isis ora combatte con fucili con la scritta “Property of US Govt“, di proprietà del governo statunitense. La scoperta l’ha fatta e documentata un’organizzazione non governativa, la Conflict Armament Research.
A guardar bene i bombardamenti statunitensi delle ultime settimane, magari si vede che vengono presi di mira le fabbriche e i silos, non certo i guerriglieri dell’ISIS che passeggiano su colonne di fiammanti camioncini bianchi, bandiere nere al vento. L’intenzione ovvia sembra essere quella di fare tabula rasa dell’economia di produzione siriana, così da non fare preoccupare più il vicino amico Netanyahu. Alla tragica parodia i figuranti si fanno avanti nella scena. Il socialista Hollande e il conservatore (ma democratico e emozionato) Cameron. Il primo, anche primo della classe, come Sarkozy per la Libia, forse bombarderà. Faremo finta di sapere dopo chi bombarderanno. Intanto manda aerei in ricognizione a fotografare, come se i satelliti spia non fossero migliori di google maps. Va in guerra illegalmente (perché non decisa dall’Onu, che continua un assordante silenzio, eccetto per raccogliere il risultato della desertificazione, cioè i profughi), sapendo che Russia e Cina hanno posto il veto su una “no fly zone” (dove potrebbero fare il comodo loro come in Libia) sullo spazio aereo siriano. I russi avevano già abbattuto, agosto 2014, due missili lanciati uno dalla Nato, da Sigonella, e uno proveniente da Israele. Che hanno quindi desistito. Informarsi per credere. I francesi, come per l’Ucraina, fanno la voce grossa in prima fila e possono essere la lepre o la miccia di una incontrollata deflagrazione. Siccome nessuno è scemo il tutto non può che essere concordato e programmato a tavolino.
Fin dall’inizio i “ribelli” ricevevano finanziamenti da americani e inglesi, poi dai sauditi e qatarioti e emirati. E’ una vera guerra dei sunniti (sostenuti dalla democratica Arabia Saudita e emirati satelliti) contro gli sciiti, (sostenuti soprattutto dall’Iran) una guerra per stati interposti, con l’occidente a ridere sotto i baffi. Ma adesso che l’Iran non è più uno stato “canaglia”? E’ l’ora dei sempre amici russi?
Per l’asse Washington-Ankara-Riyadh l’obiettivo di liberarsi dell’Isis sottintende infatti a quello reale, ovvero liberarsi di Assad. Da ieri Kerry pone le condizioni: “Putin rimane un potenziale partner nello spingere per una transizione politica in Siria”. (Non ridete). Lo dimostrano anche le stesse parole pronunciate da Obama, che nei giorni scorsi si è detto pronto a colpire anche postazioni del governo siriano (mezza verità = mezza bugia) se da queste partissero attacchi contro la popolazione civile (cioè gli altri loro amici rivoltosi). Che ci vuole a farcelo credere? Tra l’altro ai bovari del far west non è mai importato nulla delle vere popolazioni civili. Per questo è intervenuto finalmente Putin?
Ufficialmente la Russia entra in guerra contro l’Isis, cioè gli Usa, la Nato e la servile UE (con la quale è già in guerra economica). La Russia interviene in Siria a sostegno del legittimo presidente Assad e l’integrità del suo territorio. Ha inviato in Siria due navi per il trasporto di carri armati e un ulteriore mezzo aereo, schierando inoltre nel paese un piccolo contingente di fanteria navale armato di missili. Allungano la pista aerea dell’aeroporto di Damasco per farvi atterrare gli enormi cargo Antonov. E’ già iniziato qualche scontro armato. (tv di Stato siriana). E’ un inizio, ma di che?
E noi? Pochi mesi fa, volevamo bombardare Assad perché bombardava i Jiadisti rivoltosi, poi, contrordine, bombardiamo i Jiadisti dell’Isis che vogliono bombardare Assad, però, diamo loro il tempo di sterminare i Curdi, giusto per fare contento il turco Erdogan, rei di essere influenzati da quei senza Dio Comunisti, dove persino le ragazze curde, anziché indossare il burka, imbracciano il mitra, kalaschnikov di preferenza. Oggi, i Senzadio Russi, vanno in Siria per combattere i terroristi Jiadisti dell’Isis, quindi, i Russi, sono nostri alleati. O NO?
Forse no. (ANSA – Roma,7 apr) – Il ministro degli Esteri Gentiloni a Radio Anch’io. “Nei confronti dei gruppi terroristi non possiamo escludere l’opzione militare“, ha spiegato precisando che in un’operazione militare anti-Isis in Siria e In Iraq l’Italia “è già dentro con l’autorizzazione del parlamento da diversi mesi“. Ve lo ricordate? Anche se siamo momentaneamente frenati proprio dalla Nato. E comunque non serve una nuova polemica parlamentare sull’art.11 della Costituzione. Di cosa si mischia Putin!
Ce lo spiegheranno meglio, al momento opportuno, con dei disegni, Vespa, Mentana e tutta la compagnia dei prezzolati. Tanto dalla Mogherini non riuscirete a capire nulla, legge le veline e ubbidisce. Meglio il comunicato ufficiale Nato, anche se (nel frattempo che l’intrappolato guerrafondaio Obama ci pensi), non sa cosa dire, se non lamentarsi. Verrebbe da dire: ma di che? Non siamo tutti contro il “terrorismo”?

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