Attacco all’Europa

Attacco all’Europa.
Tonino D’Orazio. 21 settembre 2015.
L’Europa unita è la più grande potenza economica mondiale. L’euro, malgrado tutto, è la moneta di questa potenza. Moneta dimezzata da alcuni paesi, non ultimi come la Gran Bretagna, che rimangono con la propria moneta.
Per quanto concerne la GB, l’accordo con i cugini Usa, ma soprattutto la sua area di influenza, anzi gestione politico-economica dell’impero nel Commonwealth e la forza della sterlina, l’Europa, a direzione franco-tedesca, dà fastidio. A dire di De Gaulle, ma anche di Churchill, la loro teoria politica è quella di stare “dentro” con poco impegno, ma soprattutto per impedire la sua unificazione reale e la nascita di una vera Europa potenza politica ed economica, come di fatti lo sarebbe.
Il primo attacco all’Europa degli amici Usa è quello sulla moneta. Non può esserci religione al di fuori del dollaro. O al di fuori delle banche nord americane tutte fra le dieci più potenti al mondo, certo, in dollari, ovvero carta straccia in quanto al valore reale. Sono le borse (e le politiche) di New York e Londra che decidono se l’euro debba salire, scendere o stabilizzarsi, a secondo dei loro interessi finanziari ed economici, anche tramite la succursale Bce. Eppure, come un chiodo conficcato nel legno, l’euro rimane una grossa, fiduciosa e sicura moneta mondiale di scambio. “L’Europa è la prima destinazione per la Cina per diversificare le sue riserve in valuta estera“, aveva affermato il premier cinese. Quindi l’euro fa ombra al dollaro mentre questo è occupato con ricatti vari, se non minacce, a mantenerlo come unico metro mondiale di misura. Con grandi difficoltà a causa di una multipolarità mondiale crescente ed un prossimo equilibrato “serpente monetario” tra i grandi paesi emergenti del Brics. Il dollaro è il vero tallone d’Achille degli Usa. Quelli che hanno voluto utilizzare l’euro, oppure l’oro, in cambio di petrolio, invece del dollaro, sono morti ammazzati. Con il loro popolo. Democraticamente.
Ma per mantenere la presa sull’Europa serve un trattato capestro e senza possibilità di scampo. E’ segretissimo e quasi pronto, se non già firmato, quello del trattato TTIP, (osserviamo un’altra commedia dell’arte nel dibattito al parlamento europeo tra sì e ni) che ci metterà tutti sotto la giurisdizione e la tutela dei tribunali americani, che faranno leggi ineludibili e a loro favore. Si tratta “solo” di un trattato commerciale per equiparare i sistemi economici, cioè adattarli a quelli nord americani. Come se quelli economici non fossero ormai anche e solo politici. Ci rimane da pensare purtroppo che solo nazionalismi esasperati potranno salvarci da questa dolce deriva “democratica”, concordata tra socialisti e conservatori europei, ormai tutti profondamente d’accordo sul benessere del neoliberismo, del libero e concorrenziale mercato, e su una sua migliore strutturazione legislativa definitiva. Poi “non ci sarà più alternativa”, e alla lunga potremo anche fare a meno del tanto criticato euro e ragionare direttamente in dollaro.
Ci si impone una destrutturazione e l’abbandono progressivo della particolarità del vivere sociale europeo e del nostro mercato del lavoro (o quello che rimane) per gettarci in un sistema nord americano che nulla ha a che vedere con la nostra storia, o meglio, quella progressista (almeno il tentativo c’è stato) dei lavoratori.
Il secondo attacco, è quello dell’indebolimento costante dell’economia europea. Per esempio l’Ucraina.
Un enorme pasticcio, imposto, sul limite di una nuova guerra, sempre in Europa però, con un paese che, troppo ricco di materie prime ma anche di armamenti, la Russia, non si piega all’impero, pur avendo adottato regole più o meno neoliberiste. Il costo di una guerra europea, intanto economica, è calcolata in svariati miliardi di euro l’anno di perdita. Da aggiungere la repulsione verso un paese europeo che potrebbe assumere, per le sue potenzialità economiche, la leadership al posto di inglesi e tedeschi. I francesi, come noi, non contano nulla. Ubbidiscono e pagano. Ammantandosi di belle parole e sostenendo , come noi, i fascisti posti al governo ucraino dagli amici miliardari e dai politici nord americani, con una cecità disarmante, con i “socialisti” in “avanti tutta”.
Terzo attacco, secondo la Cia che “prevede” (quindi organizza) che possa durare almeno 20 anni, è l’assalto all’Europa da parte degli immigrati, provenienti da paesi e regioni che loro stessi (e noi) hanno sconquassato. (Ce lo ha appena ricordato Assad). Senza doppi fini? Ritenendo tutti la fatalità storica di queste migrazioni? Accettando la fatale banalità che “ce ne sono sempre state nella storia”? Noi stessi abbiamo circa 60 milioni di oriundi sparsi nel mondo?
Nel bene e nel male sconquasseranno l’Europa sociale e religiosa. Sappiamo quanto siano sanguinarie le guerre di religioni, spesso cariche di un razzismo pari a quello fanatico e etnico. Vedere, da noi, la diatriba tra Salvini e il Papa, oppure l’assalto di News Week a quest’ultimo, “comunista”, che non si piega ufficialmente al dilagare del neoliberismo, del dio denaro, del mercato e quindi si comincia a ritenerlo un po’ “confuso” e fuori dalla realtà. Di razzismo religioso ne abbiamo anche un bel esempio con il sionismo inumano e tragico israeliano, con i muri e i lager di palestinesi musulmani, o la guerra innescata da noi tra sciiti e sunniti in Medio Oriente, armando gli uni e gli altri, rendendolo una polveriera. Così spingendo interi popoli a fuggire verso di noi, come una vendetta umanitaria verso i propri aguzzini, portandoci la stessa diaspora subita. Fino a qualche anno fa, prima della venuta del guerrafondaio e premio Nobel per la pace Obama, stavano passabilmente bene a casa loro, tentando di costruire un paese a modo loro e con quello che avevano, con la propria storia e la propria cultura. Poi abbiamo portato la democrazia a colpi di bombe, (ricordo anche i bombardamenti americani sul museo di Bagdad durante la conquista dell’Iraq, giusto per non fare paragoni), piazzati presidenti fantocci e li abbiamo derubati del loro petrolio, unica loro ricchezza appetibile. Ricchezza che potevamo equamente comperare, senza la necessità di migliaia di morti e devastazioni che rendono ormai quei paesi indelebilmente distrutti. Per fare arricchire al mondo qualche centinaio di famiglie, già ricchissime, che si crogiolano nella propria avida mangiatoia, e che ci chiede di avere compassione e rispetto per i poveri profughi e i loro bambini, dopo aver derubato anche l’onore del nostro essere europei e della nostra storia sociale e solidale.
Quarto attacco, ma che dura come “risarcimento” della seconda guerra mondiale, l’espropriazione e l’occupazione militare di intere zone “franche” attraverso tutta l’Europa e in particolare il sud Europa, tramite la lunga mano della Nato, alla quale hanno piegato il capo sia gli spagnoli che i nostri cugini sciovinisti francesi. In particolare l’Italia, carica di bombe atomiche, misteriose nel numero (forse 80) e nella dislocazione. Popolo perdente (ma ancora non ci crede) e colonizzato, militarmente e culturalmente, con l’obbligo di questa servile scelta di campo, con l’impossibilità di rivendicare la sovranità sulle proprie terre o del proprio storico pensiero multiculturale e mediterraneo. Per proseguire questo risarcimento, pagato anche con parecchie stragi di stato, siamo costretti ad armarci (F-35) per modificare il nostro ministero della difesa in ministero della guerra ed iniziare a fare, con gli altri europei, le veci del gendarme nord americano su nord africa e medio oriente, gendarme troppo occupato oggi a minacciare tutti i paesi dell’estremo oriente, Cina (e yuan) compresa, che stanno andando troppo “per conto loro”.
Anzi con la Cina che, con l’ultima e azzeccata manovra sullo yuan e sbarazzandosi di 143 miliardi di dollari in agosto, e al totale di circa 355 miliardi di dollari nei due ultimi mesi, è riuscita ad impedire il rialzo degli interessi della Federal Reserve nord americana. Anche se in TV ci raccontano balle, quegli interessi sarebbero andati nelle casse del Tesoro cinese, che possiede circa 1.480 miliardi di dollari, un terzo dei Buoni del Tesoro nord americani. La Cina si è sbarazzata di dollari. Intende diversificare i suoi investimenti valutari, ovviamente dopo la nascita della Banca Mondiale di Sviluppo dei paesi aderenti al Brics.
Avrebbe l’Europa la capacità di rafforzare l’euro nel mondo? Non ci pensate nemmeno, non lo decide lei. Non è interesse né del dollaro né della sterlina.

Come dire, dai nemici mi difendo io, ma dio mi salvi dagli amici.

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