Syriza delenda est

Syriza delenda est

Tonino D’Orazio 2 luglio 2015

Tutti hanno capito che la “crisi” greca non è una questione economica. E’ il tentativo politico di un popolo di liberarsi dalla cappa neofascista ed economica del neoliberismo rampante. Syriza è un vero pericolo se dimostra, con il popolo greco, che un’altra via, una alternativa, sia possibile in Europa e nel mondo.
Dal punto di vista finanziario un paese che rappresenta il 2% del Pil europeo non può essere un “pericolo”, così come tutti media e i giornali, all’unanimità, cercano di inculcarci. Tsipras e Syriza diventano il granello di sabbia che fa deragliare la bella costruzione neofascista euro-tedesca. Da lì l’accanimento delle oligarchie che hanno preso il potere totale sui popoli, gli stati e le costituzioni dei vari paesi d’Europa. Syriza è la dimostrazione, nuda e cruda, che la democrazia è incompatibile con questo sistema, questa Europa a trazione ladresca e bancaria. Quindi va distrutta, delenda, cancellata
La tecnica di soffocamento da parte della Troika di Bruxelles, per chi ha voluto vederla lucidamente, si è arenata davanti alla democrazia, al referendum popolare su una questione vitale, già impedito al precedente governo servo, di socialisti e destra, comunque responsabili della miseria attuale. Così come è avviata l’Italia e altri paesi europei, presto o tardi.Chi è forte mangia i deboli, legge darwiniana alla base di questa Europa.
I proprietari dei soldi non sanno esattamente cosa fare, anche se Draghi ha promesso loro che stamperà tanti euro quanti ne saranno necessari pur di non sottostare lui e le banche al “ricatto” di Tsipras di non poter pagare il debito. Infatti le borse si abbassano e si alzano ad ogni falsa o pilotata informazione. Addirittura il terrificante spread in questi giorni è diminuito (vacci a capire!). Spesso più per le parole di Obama che “rassicura” che la Grecia non cambierà mai campo. Quanto ai media non possono che impaurire i capitalisti italiani. Tanto ma cosa importa ai quattro/quinti degli italiani della Borsa. Dovrebbero invece preoccuparsi della Cassa Prestiti e Depositi, dove sono conservati i loro risparmi postali, perché dalla settimana scorsa è passata in mano (termine pauroso) ad un presidente “nuovo” proveniente da Goldman Sachs, ormai il nostro “padrino” internazionale. La volpe nel pollaio.
E’ una questione politica. Le destre europee pensavano di essere riuscite finalmente ad abbattere il concetto di sinistra e di solidarietà imponendo la competizione e homo homini lupus (letteralmente “l’uomo è un lupo per l’uomo”), a tutti i livelli delle società. Il risultato è una cannibalizzazione che sicuramente finirà con “l’essere divorati” di molti. E’ la teoria attuale del pensiero unico.
Siamo nel ridicolo di una trattativa durata mesi ed ogni volta come “l’ultima possibilità di un accordo” (20 sicuramente solo negli ultimi mesi), per “salvare” la Grecia, “offerto” a Tsipras, finché siamo arrivati alla scadenza. Anzi proprio alla scadenza una esile donna (“Se non vieni a Lagardère, Lagardère verrà da te”. A. Dumas) ha puntato ferocemente il dito e fatto saltare tutto. Non bastava quello che con difficoltà estrema stavano ancora concedendo, e grazie al Financial Times abbiamo avuto sotto gli occhi gli impegni lesivi per i diritti umani che doveva sottoscrivere Tsipra mentre nella stanza accanto la Troika “trattava” con i responsabili politici delle opposizioni greche un possibile ribaltone. Magari potenziando, come negli altri paesi europei, le destre più retrive per qualche furtivo colpo di stato morbido, meglio, arancione. Si sono accorti della pericolosità contagiosa (vedi Podemos in Spagna e M5S da noi) di un popolo avviato e mantenuto nella miseria e che se ne accorge.
Il ridicolo che si è tentato di portare su Tsipras, il giorno dopo che il parlamento greco aveva approvato il referendum, è opera di Junker, chiedendo di sospendere il referendum e “riaprire” la contrattazione. La posta era di ridicolizzare o il parlamento greco o Syriza. Giustamente Tsipras sta ancora valutando. Intanto alla Lagarde si è smorzato il sorriso quando Tsipras ha detto che avrebbe voluto ma non aveva soldi per rimborsare il Fmi. Quei pochi che aveva erano per pagare stipendi e pensioni, oltre a rendere gratis per un po’ l’energia elettrica e cibo per tutti. In quanto ai soldi liquidi il popolo l’aveva già ritirato da un paio di settimane dalle banche, quelle contingentate. (Altra coltellata alla impostata sacralità delle banche che “non possono fare quello che vogliono”). L’altra parte del ridicolo sta proprio nel fatto che “il lattaio che uccide la propria vacca” non deve essere molto intelligente e forse solo un banale e prepotente iroso. A meno che abbia altri obiettivi.
Quante belle frasi siamo costretti a sentire da tutte le reti televisive sulla situazione greca. Tsipras fugge dalle sue responsabilità (troppo democratico); bisogna riportare i greci alla ragione (un po’ più alla fame); comunque bisogna pagare i propri debiti (ma quali e a chi?); senza l’euro la Grecia va verso il caos (Ognuno parli per sé. Tsipras non vuole né uscire dall’euro né dall’Europa, vuole solo dilazionare il debito perché non può pagare. Fortuna che noi invece, per dilazionare, abbiamo Equitalia e per sperare Renzi); vivono al di sopra dei propri mezzi (due terzi della popolazione è ridotta alla fame, parola che ancora non comprendiamo bene in Italia, ma sta venendo avanti. Momentaneamente siamo soltanto a 14 famiglie su 100 che non hanno soldi a sufficienza per garantirsi cibo ogni due giorni); oppure l’irriverente e offensiva Panorama (rivista ex socialista passata a destra) di questa settimana; lo sfottò della Merkel perché giustamente i poveri hanno sempre torto (“non si può salvare la Grecia se non lo vogliono”); il Renzi (“a noi non ci tocca”) coperto da Draghi; oppure i ridicoli e parossistici abbassamento di vari rating bancari americani (“fate quello che volete, se non ho soldi, non ve li posso ridare”).
Insomma questo semplice concetto di socialismo e di democrazia che rinasce sta dando un così enorme fastidio. Eppure cosa si aspettavano. Si tratta solo di arrivare in fondo al barile, e loro non lo hanno ancora capito, sicuri di aver stravinto contro le democrazie antifasciste, anche se retro borghesi e capitalistiche. Quando il limone è spremuto c’è poco da fare se non mangiare anche la buccia. Incatenare o uccidere la mucca.
Aspettiamo questo referendum, sapendo che sul principio non ci si può fare scippare da una banda di tecnocrati non eletti da nessuno e, visti i risultati, da considerare pazzi o al limite della delinquenza, la democrazia, sempre faticosa da riconquistare una volta persa. Immagino che i Greci ci stiano provando, anche per noi e una Europa vera e solidale come la vorremmo e la storia ci impone. Ecco perché hanno tutti contro e vanno difesi. Poi toccherà anche ad altri.

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