Finalmente un popolo si ribella all’ideologia fascista di impoverimento obbligatorio di milioni di persone per ingrassare una piccola percentuale di individui e famiglie, cioè la “grande larva” dell’alta borghesia europea e internazionale, assunta a nuova aristocrazia, la cosiddetta “mano morta”.
I Greci hanno semplicemente detto che così “non va bene”. L’hanno fatto con la democrazia che rimane pur sempre il tallone d’Achille dei neoliberisti, o meglio dei veri neofascisti. La loro ideologia è sempre stata disastrosa, anche se cercano di negarlo continuamente con la propaganda a colpi di cannonate mediatiche a reti unificate. Rilanciando di volta in volta la vana speranza che ogni anno prossimo tutto andrà meglio. Rendendo immanente e primeggiante l’economia, il far soldi, la Borsa, e piangendo lacrime di coccodrillo sui disastri umani e sociali conseguenti. Chi non l’ha capita dopo questi evidenti 8/9 anni di prese in giro non lo vuole proprio capire e rimane a fare il tifoso partecipante e alienante del proprio dramma. Il capitalismo ha le sue regole di sempre, più oligarchia, e non ha nulla a che vedere con la democrazia. Il capitalismo non ammette uguaglianza ma solo competitività esasperata per il profitto, a costo di abolire il termine libertà. Anzi è un obiettivo recondito. Il neoliberismo è una ideologia totalitaria, “dolce”, ma totalitaria nei suoi risultati. Se non ha nulla a che vedere con l’uguaglianza, non ha nulla a che vedere con la libertà e la solidarietà (fraternité). Non ha nulla a che vedere con la democrazia, e appena e dove può usa la guerra, anche economica, da sempre.
Per noi non c’è speranza, quando la stessa disarticolata sinistra italiana sembra più europeista degli altri e non credibile nelle sue rivendicazioni. Prende più voti e sembra più credibile il Movimento 5 Stelle o i fascisti di Salvini. Finché molti loro votanti, che si sono rifugiati nell’astensione, non capiscono che veramente Renzi e il PD non hanno più nulla a che vedere con il concetto di sinistra non c’è speranza per quest’ultima. Quella di Siriza e Podemos sono una “sinistra” nuova. Che roba! Con le stesse tematiche della sinistra vecchia.
Cosa fanno i soldatini pavidi come Hollande e Renzi? Sono “interessati”. A che? A fare finta di cavalcare la stessa protesta? Cosa hanno a che vedere, loro grandi, con questa nuova iniziativa e situazione proveniente da un piccolo paese, che vuole rilanciare lo stato sociale e i beni comuni, la vita delle persone, mentre loro li aboliscono? Loro che “democraticamente” hanno un sistema elettorale bipolare che blocca ogni possibilità di cambiamento? Ne è la dimostrazione l’ultima riforma elettorale italiana, blindata e anticostituzionale per prorogare il vecchiume all’infinito. Nella stessa Francia il cambiamento sembra possibile, purtroppo, solo con il Front National (vedi sondaggi).
E’ ancora peggiore la velata minaccia americana quando Obama dichiara di voler stringere maggiori rapporti con il nuovo governo. In genere puzza sempre un po’. Anche gli americani amano poco le democrazie degli altri. In genere le modificano a suon di bombe, di piazze arancioni, o di blocchi economici. Questa volta hanno a disposizione i fascisti di Alba Dorata. (la profezia di Alba Dorata: “Vincerà Syriza, fallirà e arriveremo noi“).
I Greci sono fortunati però proprio per non avere ancora rischiosi giacimenti di petrolio. Sono piccoli per entrare nel BRICS, però pensano di chiedere loro sostegno e aiuti. A Putin piacerà sicuramente, anche perché i Greci possono bloccare, (insieme a Cipro), a causa del voto all’unanimità, il boomerang delle “sanzioni” europee alla Russia, in barba alle innocenti e presuntuose chiacchiere della Mongherini o alla prepotenza della Merkel. Syriza ha sempre detto che l’Unione non aveva una politica estera europea ma era solo succube della Nato. “Da Atene nessun interesse ad imporre sanzioni”. Hanno riconosciuto l’autodeterminazione della Crimea. Però sono vicini all’Asia Minore e fanno parte della Nato, il patto Atlantico, mentre vivono nel Mediterraneo, nei Balcani, a fianco, ad est, a un consocio amico-nemico, con, in questi ultimi tempi, mire espansionistiche.
Intanto diventa interessante la composizione del governo, dove le ideologie sembrano scomparse in una discussione sinistra/destra, ma alcuni punti fermi esistono. Diciamo che non tutto è movimentista. Un comunista (Giorgos Stathakis) all’Economia, (marina, infrastrutture e turismo, ciò di cui vive la Grecia) e a salvaguardia dei beni comuni. Alle Finanze, un duro anti-troika, Yanis Varoufakis, che già propone da anni la nazionalizzazione di almeno una banca, strumento indispensabile per una ricostruzione sociale nelle mani dello Stato, avulsa dalle sanguisughe. Un “buonista”, agli Esteri, Nikos Kotzias, ricercatore, pianificatore, uomo di progetti, di cultura internazionale e anglosassone, un mediatore. Un conservatore di destra (Panos Kammenos) alla Difesa, per tenere buoni i militari, i colonnelli, che qualche decennio fa amarono molto gli amici americani. Il lupo perde il pelo ma non … Un comunista all’Interno (Nikos Voutsis). Un super ministero per Cultura e Istruzione indica da dove ripartire per la crescita duratura. Come dire, tutti parlamentari navigati, nessuno proveniente dalla società civile “populista e eversiva”. Per molti già una garanzia.
Per molti, se Syriza batte il concetto dell’austerità, c’è speranza per altri pavidi paesi europei per costruire, come dicono, un’Altra Europa. Tanto non c’è altro.