Gli amici nemici

Gli amici nemici.
Tonino D’Orazio. 11 agosto 2014
Gran confusione regna nel mondo del pensiero unico. I nemici sono diventati amici e gli amici, nemici. E non sempre si vede.
In Iraq, il premio Nobel per la pace Obama non può fare a meno di dichiarare operazioni di guerra, le solite operazioni mirate o mascherate che non convincono più nessuno, per salvare i mobili, con tutte le conseguenze degli inevitabili effetti collaterali tollerabili. Cioè il massacro dei civili. I sunniti, gli islamisti meno fanatici, alleati qualche anno fa nella “ricostruzione” dell’Iraq contro i jadisti sciiti iraniani, oggi sono diventati terroristi, semplicemente perché vogliono sopravvivere al loro genocidio in atto e riprendersi la loro terra.
Obama, troppo buono, lancia cibo, acqua e bombe. Un mix perfetto delle guerre di pace. Intorno a Erbil (!), dove stranamente sembrano essersi concentrati i diplomatici e i “contractors” americani occupanti da salvare. E nei dintorni non sappiamo quanti a noi cari cristiani. Con il plauso ostentato del socialista rivoluzionario francese Hollande, pronto a menar le mani per nascondere il suo fallimento in patria. Ci risiamo con i pozzi di petrolio, derubati da più di 10 anni, da salvaguardare.
Ovviamente chi fa resistenza per difendere o riprendersi la propria terra è un terrorista, una volta erano partigiani. Era idem per la Resistenza italiana e i nazi-fascisti. Eppure l’esperienza storica ci dice che nessun popolo, almeno da mille anni, è mai riuscito a sopraffarne un altro fuori casa per parecchio tempo. Prima o poi tocca scappare o massacrare fino all’estinzione. Armeni, curdi, Viet Nam, Afganistan, Palestinesi ecc…
Lo stesso concetto di esportazione della democrazia occidentale e delle popolazioni bianche sembra un grande flop. Potrà durare solo con le armi.
Dopo aver combattuto contro i nazisti e i fascisti nell’ultima guerra, ribadendo il grande valore della democrazia contro le dittature, nell’anniversario dello sbarco di Normandia, cacciati dalle cerimonie i russi che avevano perso solo 20 milioni di persone dall’altro lato, ritroviamo i nord americani e gli inglesi, che nascondono sempre la mano, che potenziano i fascisti di ogni tipo, in tutto il mondo, pur di raggiungere l’obiettivo di essere l’unica potenza. Grandi gli amici nazisti ungheresi, poi ucraini e adesso i turchi e presto altri paesi.
Potete cercare in tutti i colpi di stato del mondo, dalla “liberazione” in poi, e troverete tutti gli esempi reali possibili, dall’America latina al sud-est asiatico. Dalle teorie di Kissinger, e i suoi genocidi, ai presidenti nord americani. Fra gli ultimi del dopo guerra solo Carter non ha promosso nessuna guerra di rapina e infatti non è stato rieletto. Mentre è in atto, in modo soft, una guerra economica micidiale contro l’Europa e la sua storia sociale. Una specie di “fotti compagni” consenzienti.
Ukraina e sostegno di Cia, Nato e quant’altro, tramite i nuovi mazzieri nazisti, nel colpo di stato “democratico” di piazza, nuova formula magica di soggiogamento e sopraffazione. Ipocrisia ? Se ne assume la responsabilità un capitalista rinomato, Soros. I nazi-fascisti, quando servono, possono essere solo che amici. Tanto la colpa è sempre degli altri, dei nemici che diventano per incanto dei terroristi, delle vittime o dei corrotti che diventano subito amici. Un capovolgimento sfacciato delle questioni ideali sottomesse al “fine giustifica i mezzi”. Da quando Putin si è ripreso le sue fonti energetiche, (ancora ‘sto petrolio!) dalle grinfie anglo-americane cedute dall’alcolizzato Eltsin al libero mercato (cioè agli anglo-americani), è diventato il nemico da circondare e da abbattere. Il problema è che non è più nemmeno comunista il che avrebbe facilitato sicuramente le cose. E noi siamo partecipi, irragionevolmente di parte e servi, sia sul piano dell’intossicazione informativa e ideologica che sull’abbattimento dell’art.11 (divieto di guerra) della Costituzione ormai più volte violentata. In fondo ha ragione la banca nord americana JP Morgan Chase a chiedersi a che servono più le Costituzioni anti-fasciste, a chiedere di modificarle (operazione in atto soprattutto grazie ai nuovi e vecchi socialisti) poiché rischiano di mettere a nudo i comportamenti autoritari del neoliberismo e la sua concezione affina. Cosa proibita di per sé. Il faro è il faro. Guida la guerra dei ricchi contro i poveri, con il consenso di questi ultimi. Ossimoro? Alienazione? Grande stupidità?
Gli amici nemici palestinesi. Tutto l’armamento, le bombe, sui civili palestinesi su donne e bambini sono pagati da Obama. Troppo semplice? E’ necessario scremare l’intossicazione delle raffinate analisi di parte e la cruda realtà dei fatti. La violenza genocida degli israeliani, degli ebrei, è talmente evidente che si riesce a nasconderla solo con ipocrite chiacchiere. Basta seguire i telegiornali di questi giorni, con un rigurgito di film vecchi e nuovi sui poveri ebrei e sulla bibbia, su tutte le reti. Giornaliste italiane di origine ebraica che parlano dai loro comodi alberghi di Gerusalemme e immagini proiettate fuori campo. Le chiacchiere nascondono i fatti e sono la bevanda degli sprovveduti, o finti sprovveduti. 24 morti israeliani, 1600 morti palestinesi inermi fino ad oggi, in gran parte donne e bambini, i riproduttori del futuro, (esatta definizione del genocidio programmato), fino a sparare sui neonati dei brefotrofi proprietà della coscienza poco pulita dell’Onu, che si scandalizza ma non manda i caschi blu. Non hanno il consenso dei nord americani. E’ una guerra tra super armati e indiani con archi e frecce. Ma in pericolo ci sono gli israeliani, cioè quelli che occupano impunemente i territori degli altri, per questo si capisce la solidale amicizia dei nord americani, quelli che hanno ridotto la striscia di Gaza, ma anche il resto, ad un grande Lager a cielo aperto, dove i prigionieri non costano nulla ai loro carcerieri. Quelli che hanno costruito, con i soldi nord americani, il nuovo muro della vergogna e dell’aparteit. Capovolgimento della storia. In fondo il sionismo è un po’ uguale al fascismo, ha le stesse caratteristiche e lo stesso fascino. Bisogna sostenerlo in nome della democrazia. Però la ferita piange un po’, allora tutti i capi di stato embeded (addomesticati) si mettono di mezzo a fini umanitari, a pacificare l’impacificabile, in realtà per non far rimanere soli sui banchi degli imputati i nord americani e gli israeliani.
A volte mi domando, occupando gli americani il nostro paese, cosa faremmo. E’ vero che pezzi del nostro territorio, forse per “uso capione”, per accordi segreti di svendita, ormai gli appartiene. Tra poco anche l’Eni, giusto per entrare nei programmi italo-russi di Gazprom. Però molti pensano che, sul carro del vincitore guerrafondaio, staremmo più comodi, saremmo anche noi vincitori per alone, e vedremmo solo qualche pazzo partigiano riparlare di vera libertà e democrazia. Un po’ come tra il 1944 e il 1945.

 

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