Energie eoliche e fotovoltaiche, un bluff

Tonino D’Orazio, 5 novembre 2021.

          Ormai chi mi conosce sa quanto sono bastion contrario ma riesce ad avere un po’ di pazienza nel leggermi. Lo so, facile criticare, ma dopo che si fa?

          Comunque quel che esce dai due grandi incontri mondiali di fine ottobre, Roma (G20) e Cop 26 (Onu) di Glasgow per ridurre l’effetto serra sembra una parodia e uno spettacolo degno di Kafka. La terza, quella Nato, a metà ottobre, a differenza del primo ampiamente pubblicizzato, fu ignorato dal governo e dalla stampa: la manovra bellica nucleare della NATO Steadfast Noon nei cieli del nord e centro Italia. La nostra è una società dello spettacolo (Guy Debord) e i fuochi d’artificio non possono mancare affinché l’immagine abbia del meraviglioso negli occhi e nella mente.

In realtà da questi due impegni mondiali non ne può uscire nulla, o quasi. Nessuno dei potenti di quei paesi sono disposti a rimettere in gioco il modello di produzione e commercializzazione neoliberista che funziona così bene per fare soldi, infischiandosi del consumo del suolo, delle acque, dell’aria e delle vite umane e ammantandosi di una ipocrisia eccezionale. E allora?

        Allora si mette in atto una parodia credibile e si cerca di attribuire la responsabilità ai cittadini, educarli a essere efficaci nel loro piccolo. Ben venga la raccolta differenziata, moralmente e civicamente sono a posto, faccio il possibile, al meglio. So anche che tutto questo fa arricchire differenti mafie, sia politiche che di criminalità organizzata.  Mi si inseriscono magari anche una serie di cosiddette ecotasse che aumentano in un modo o in un altro dopo ogni grande Convegno mondiale, che in sintesi dicono che i risultati sono veramente pochi e bisogna fare di più, con i miei soldi. Mi si obbliga, prima o poi, a cambiare macchina mentre le case automobilistiche barano sulle emissioni di gas prodotte. Tralascio il resto, ma ricordo che nei mari del mondo girano quasi 10.000 petroliere tutte ecologiche, 10.000 portacontainer, un migliaio di semi-grattacieli da crociera. Ricordo anche che sono quasi 32 mila gli aerei registrati nel mondo, senza contare l’esercito di quelli privati, (solo per il Cop 26, a Glasgow ne sono atterrati 400), oltre otto su dieci utilizzati per il trasporto dei passeggeri e la parte restante impiegata per muovere le merci da un capo all’altro del pianeta. Secondo Boeing, colosso aerospaziale, tra quest’anno e il 2029 saranno consegnati 18.350 aerei nuovi, altri 24.760 tra il 2030 e il 2039, per un totale, nei prossimi vent’anni di 43.110. Il numero delle macchine in circolazione dovrebbero raddoppiare nei prossimi vent’anni. Tralascio la questione delle mucche e le loro reflazioni.

          La richiesta di consumo di energia elettrica richiede, in Europa, un aumento della produzione tra 8 e 10% annui. I parchi eolici e solari non sono una EROEI (Energy Returned on Energy Invested), perché funzionano a perdita. Se, per ogni kWh di energia investito nella progettazione, commercializzazione, produzione, installazione, manutenzione, rimozione e smaltimento in sicurezza, dovessero apportare 5 o addirittura 7 kWh nel corso della loro vita utile di 20 anni, produrrebbe solo un profitto dell’80%, che equivale a un EROEI di soli 1,8. Meno di un libretto postale al 3% (che non esiste). Infatti il grande “privato è bello” (che ha fatto i suoi conti) non investe nulla o gestisce in appalto (cosa facile e in Famiglia) le sovvenzioni statali con i suoi Consigli di Amministrazione cancri e gli “oneri sociali” per gli azionisti speculatori. Il singolo cittadino che ha investito in fotovoltaico, tra prestiti bancari, deprezzamento del prodotto da parte Enel (ti prendo l’elettricità prodotta e non consumata a 7 cent/Kw e, a te, la vendo a 30/47 quando ti serve), manutenzione, invecchiamento del prodotto, scomparsa del venditore, GSA senza soldi anche per poveri incentivi, smaltimento del prodotto inquinante, obbligo di pannelli per non più di 5Kw, (ci dovessi guadagnare!) … fatti i conti gli rimane solo la coscienza civica di aver dato e un sorriso ecologico a denti stretti.

          I settori dell’energia eolica e solare sono diventati enormi spugne di sussidi pubblici, oltre a essere diventati un vero rompicapo per i gestori di rete, perché non esiste possibilità di stoccaggio massiccio di elettricità né di accumulo della produzione; inoltre la loro produzione fluttua in modo casuale, a seconda della disponibilità di vento e luce solare, mentre loro devono soddisfare la domanda di energia elettrica in tempo reale. I gestori dicono che a volte sarebbe molto più redditizio ed efficiente dal punto di vista energetico, nel complesso, mantenere i parchi eolici e solari disconnessi ogni tanto dalla rete elettrica e introdurli solo in caso di grande necessità. Non stupisce che davanti ai parchi eolici, su cento pale ne girano solo 10/15, le altre non servono o sono “in manutenzione”. Tuttavia, di solito c’è poco rischio che generino troppa elettricità; ad esempio, i parchi eolici per tutto il 2021, per tutta la Germania (paese più avanti), hanno prodotto appena il 20% della loro capacità nominale e i parchi solari poco più del 10%. In Italia il contributo di fotovoltaico alla produzione di energia elettrica (2021) è stato di poco superiore all’8% e poco superiore al 6% per l’eolico.

          In termini di costruirne di più, ecco un dato interessante: i prezzi spot per il polisilicio, un ingrediente importante nei pannelli solari, che hanno toccato un minimo di $ 6,30 per chilogrammo a metà del 2020, da allora sono aumentati del 600% a $ 36 per chilogrammo e dovrebbero continuare ad aumentare nel tempo. C’è sempre qualcuno che specula a ogni occasione o impegno internazionale utile. Un buon esempio è il nostro 110% bonus per ristrutturazione. Tutti i prodotti edili previsti sono triplicati di prezzo e anzi non si trovano più a sufficienza. Eccetto le pompe di calore (che non produciamo) o altre onnivore di energia come i totem di ricarica per macchine elettriche. Ad ogni modo, tutto quello che hanno dimostrato fino ad oggi i parchi eolici e solari, per diversi miliardi di euro in fondi pubblici e vaste aree di terra e mare utilizzate per le loro strutture, sono tariffe elettriche molto più alte.

          Dice Andrea Barbieri, direttore di ricerca all’ISOF del CNR: “Per raggiungere gli obiettivi del 2030 dovremo installare circa 70 GW di rinnovabili nei prossimi 10 anni, il che significa installare circa 7 GW all’anno, ma l’anno scorso siamo rimasti a circa 0,8 GW, per ostacoli anche burocratici.” Diciamo che i piani ideali e le chiacchiere ci sarebbero.

          Nel frattempo il ministro della guerra e della Finzione ecologica, a Glasgow, rilancia per l’Italia, l’opzione nucleare, già sconfitta in due referendum popolari. Da chi? Dal popolo? Scherziamo? Allora, quando si tratta di energie rinnovabili, non siamo ancora arrivati, a mala pena partiti, e forse è il momento di provare a fare le cose, perché se continuiamo a fare queste piccole sciocchezze, molte persone finiranno per avere molto freddo e molta fame, ed essere anche molto arrabbiate, magari deviate, non si sa perché, contro i Russi e i Cinesi.

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