Furto e menzogna di stato

Furto e menzogna di stato
Tonino D’Orazio, 14 novembre ’14
Dal Quirinale in giù, passando da tutte le massime istituzioni della repubblica. I padri costituzionali ci tennero a precisare all’art.1 che “L’Italia è una repubblica democratica …”. Sapevano e avevano già capito il vecchio vizio populista italiano e quindi che poteva diventare una semplice repubblica, non necessariamente democratica. Mi sa che ci siamo da un po’ di tempo. Molti fanno finta e scherzano sul fatto che il potere appartiene al popolo e non ai partiti o ai capibanda. Da re Giorgio che continua a minacciare il Parlamento di andare via (tutti hanno capito che su quella sedia ci vuole morire per avere storici funerali di stato) se quest’ultimo non si sbriga a fare quello che lui ha deciso. Non vuole morire senza aver abolito i cardini della Costituzione della quale pensavamo fosse garante e non sensale.
Nemmeno per lui valgono le risposte della Corte Costituzionale sull’illegittimità della legge elettorale attuale, che conclude nel definire le ultime tre legislature come illegali, “non rispettosi del dettame costituzionale”, (e come lo doveva dire!), identica a quella che il terzetto Renzi/Napolitano/Berlusconi vogliono riproporre, se non in peggio almeno con gli stessi vizi, non solo di forma.
Furto è l’esproprio del diritto dei cittadini a scegliere direttamente i propri rappresentanti. E’ successo per la “riforma” delle province, la falsa abolizione, che è cambiata solo per i cittadini poiché non votano più. E’ la stessa riforma prevista per il Senato, cioè il furto dell’esproprio del voto diretto. Potevano abolirlo direttamente. L’esproprio esiste per il Parlamento complessivamente poiché si possono votare solo persone già decise da gruppettari e oligarchi, segretari di partito nelle segrete stanze, con accordi segreti, come nella migliore scenografia massonica.
La menzogna sta da un lato nel teatrino continuo che siamo costretti a seguire a reti unificate e che annega in un mare di chiacchiere, di false se non stupide dispute. Risulta, a una maggiore analisi, che gran parte di quello che raccontano, sia il governo che i responsabili di partito o qualche peones parlamentare, sia costantemente falso, perché aleatorio un giorno sì e uno no. Nel PD continua un teatrino di una finta opposizione interna che si traduce costantemente in voto di sostegno a quello che “non vorrebbero”, e ce lo spiegano a noi che possiamo solo guardarli inutilmente esterrefatti da questa ricerca di condivisione. Ma la cosa è continua e incredibile, cioè non credibile alla lunga.
Dall’altro assistiamo al furto continuo nelle nostre tasche, nel nostro minimo vitale. In un modo o nell’altro prendono almeno 30 euro al giorno a tutti e in tutti i modi possibili (provare a calcolare per credere). Al concetto del pagare le tasse per avere servizi ci troviamo a continue tassazioni, dirette e indirette, e con una diminuzione proporzionale e costante dei servizi. Questo fatto permette sia di mettere in dubbio la validità culturale di pagare le tasse direttamente e sia, evidentemente, la fuga del “si salvi chi può”, sottinteso o esplicito così come è in atto. (Vedi meno entrate, aumento del nero e dell’evasione).
In questi ultimi tre anni non vi è stato assolutamente nessun vantaggio all’aumento delle tasse. Complessivamente più di 30%. I servizi sono diminuiti di più del 35%. Qualsiasi “riforma” è stata fatta solo per aspirate soldi e risparmi, e far pagare i cittadini per cose con hanno più. Flusso di denaro soprattutto da quelli meno abbienti per trasferirli a quelli ricchi. Lo raccontano tutti, con una certa sfacciataggine, tutti i giorni, ai poveri incollati davanti ai televisori. I soldi per lavoratori e sociale si prendono all’Inps, cioè ai lavoratori stessi e si ridistribuiscono tra poveri. Tutte le “riforme” economiche sono state fatte per permettere ai parassiti e alle banche di pompare avidamente soldi, finché dura. Obbligo di conti correnti (la loro tenuta annua è in media di 320 euro, la più cara d’Europa, dove la media è di 90 euro, giusto per ironia, in Lussemburgo è gratis); obbligo di non poter ritirare più di 1.000 € a volta, sapendo che milioni di pensioni e stipendi si aggirano tra 500 e 1.000 €; obbligo delle carte di credito per spese superiori a 30€ con relativa cresta, ma nel futuro prossimo, ci annunciano, è prevista solo moneta elettronica in modo da prelevarveli direttamente su smartphone; cambio continuo delle banconote per impedire che qualcuno possa metterli “sotto la mattonella”. In nome della tracciabilità e magari della privacy. Ve l’immaginate la malavita, con giro d’affari miliardario, mettere i soldi sul libretto postale per farsi controllare dallo Stato? Nemmeno i polli possono ridere. In realtà è un sistema continuo di controllo sulle persone, sui mediamente poveri, sui loro soldi nell’eventualità di doverli decurtare o appropriarsene per legge. Stupisce qualcuno che siano spariti dall’Italia 67 miliardi di euro tra giugno e agosto scorsi? (Dati Banca d’Italia Privata) Da giugno, quando il FMI aveva suggerito di decurtare del 10% i c/c con più di 100.000€. Era una farsa o un avvertimento? Intanto l’esodo c’è stato, come sta avvenendo da Svizzera su estero dopo gli accordi che entreranno in vigore solo nel 2017 per “informazioni” sui loro correntisti italiani e il nostro fisco. Hanno ancora un po’ di tempo per trasferire il loro mal-denaro in paradisi fiscali, magari in succursali bancarie gestite dagli stessi svizzeri. Altro che trasparenza.
Oppure i tagli riformisti del governo alle regioni e ai comuni, altro modo di far pagare ai cittadini per interposte istituzioni, svalorizzandole gravemente, avendo l’unica garanzia di pagare di più con minori servizi. In genere sul socio-sanitario i servizi scompaiono sempre più velocemente. L’altro furto sta nel privatizzare i servizi, e tutti sanno che le privatizzazioni (anzi l’affabulazione dell’esternalizzazione) costano di più, perché ci mangia gente (e sono tanti! Decine di migliaia di parassiti) che non ha nulla a che vedere con il lavoro e le finalità del servizio stesso e che serve solo a tagliare posti di lavoro.
La menzogna sistematica sulla “ripresa” che non solo non c’è, ma continuando così non ci sarà mai. Le lacrime di coccodrillo di fronte al disastro del lavoro giovanile, della disoccupazione, della povertà e della precarietà. (Dati Fao: 680.000 bambini patiscono la fame in Italia).
Anche Bergoglio ha dovuto difendere la chiesa dall’analisi politica, sconcertante, sulla fatalità della situazione e ricomporre le responsabilità a chi tocca. Difendere i poveri dalla guerra dei ricchi è chiaramente comunista.

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