Il nostro Afganistan

Tonino D’Orazio 22 agosto 2021

Nei mesi e nei giorni che hanno preceduto il ritiro degli Stati Uniti, tutti i militari europei ancora presenti hanno lasciato l’Afghanistan con discrezione, in punta di piedi, si potrebbe dire alla chetichella. L’Associated Press (AP) ha pubblicato un elenco di un tipo che non siamo assolutamente abituati ad avere davanti a noi. Questo elenco è così stabilito: “Hanno lasciato l’Afghanistan: Germania, Polonia (33.000 polacchi vi hanno combattuto negli ultimi 20 anni), Romania, Italia (53 soldati uccisi, 723 feriti), Georgia, Norvegia, Danimarca, Estonia e Paesi Bassi. La Spagna è partita il 13 maggio, la Svezia il 25 maggio, il Belgio il 14 giugno (626). Allo stesso modo Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Finlandia, Albania, Macedonia del Nord e Lussemburgo hanno richiamato i loro piccoli contingenti”. Un epilogo vergognoso di fuga.

Il costo umano e finanziario della guerra è orrendo. Secondo uno degli istituti di ricerca sulla guerra, tra le 218.000 e le 241.000 persone hanno perso la vita come conseguenza diretta di questi 20 anni di guerra. Sette anni dopo l’inizio della guerra, Oxfam scrisse che gli Stati Uniti “avevano speso $ 65.000 al minuto per sconfiggere i talebani”. Il costo della guerra ammonterebbe a circa 2 trilioni di dollari. E, durante tutti questi anni, il 60 per cento della popolazione rurale afgana era affamata e senza lavoro.

Ci sono molte sciocchezze scritte e dette oggi sull’Afghanistan in tutto l’Occidente. Stiamo rosicando. La maggior parte di queste sciocchezze nasconde una serie di importanti verità.

In primo luogo, i talebani hanno sconfitto gli Stati Uniti e i loro vassalli. E’ una vittoria politica e militare visto che hanno vinto la guerra. Se le truppe americane e amiche fossero rimaste in Afghanistan, avrebbero dovuto arrendersi o morire. Sarebbe stata un’umiliazione ancora peggiore dell’attuale debacle per il potere americano. Per inciso, anche noi abbiamo perso un’altra guerra e rimpatriati 2.822 soldati.

In secondo luogo, i talebani hanno vinto perché hanno un enorme sostegno popolare e di Resistenza all’occupazione straniera. Nessuna guerriglia al mondo può ottenere tali vittorie senza il sostegno popolare. Non voglio paralleli tra la nostra Resistenza e l’occupazione fascio-nazista. Troppo facile per capire con chi sarei stato. Non avrei amato i collaborazionisti sicuramente. Come hanno fatto i nostri gloriosi Partigiani. Non esistono due pesi e due misure nella difesa della propria terra. Duro da morire invece il colonialismo cerebrale.

Terzo, non è che alla maggior parte degli afghani piacciono i Talebani, anzi questo humus sarà una bomba a ritardamento. Comunque anche perché l’occupazione americana è stata insopportabilmente crudele e corrotta, come sempre e dappertutto.

Quarto, la guerra al “terrorismo” è stata sconfitta politicamente anche negli Stati Uniti. La maggioranza degli americani era favorevole al ritiro dall’Afghanistan (già prima di Trump) e contraria a qualsiasi ulteriore guerra straniera. Quest’ultima affermazione è un ossimoro. Il vizio c’è.

Quinto, questo è un punto di svolta nella storia del mondo. La più grande potenza militare del mondo (e i 50 paesi partecipanti) è stata sconfitta ancora una volta dalla gente di un piccolo paese disperatamente povero o ridotto tale. Malgrado le chiacchiere auto-esaltanti dei telegiornali occidentali sempre all’unison, ciò indebolirà il potere e la credibilità dell’impero americano nel mondo. La Corea, Cuba, il Vietnam, l’Iraq (in fase), l’Afganistan e tra poco la Siria. Vatti a fidare.

Sesto, la retorica del salvataggio delle donne afghane è stata ampiamente utilizzata per giustificare l’occupazione (Laura Bush, Cherie Blair), E “salvare le donne afghane” è diventato il grido persistente di molte femministe liberiste per giustificare la guerra americana.  Molte femministe in Afghanistan hanno scelto il campo degli invasori, malgrado il numero elevato di donne e bambini che perdevano la vita. Il risultato è una tragedia anche per il femminismo. Ancora oggi con l’esercito invasore in fuga, come si poteva pensare “salvare le donne afghane” bombardando una popolazione civile che comprende, oltre alle donne stesse, i loro figli, mariti, padri e fratelli? L’interpretazione femminista era uno stratagemma intelligente. Ha evitato i confronti tra il sessismo palese del regime talebano e quello degli Stati Uniti. Ancora più scioccante, il discorso femminista ha addomesticato e rimpiazzato efficacemente le orribili verità di una guerra grossolanamente impari. Ha separato queste teoriche “donne da salvare” dalle decine di migliaia di donne, uomini e bambini afgani effettivamente uccisi, feriti, orfani, senzatetto o affamati dalle bombe statunitensi. Era il femminismo dell’invasore e dell’élite governativa corrotta. Era il femminismo dei torturatori e dei droni. Sicuramente molte altre erano motivate ​​da un sogno onesto e disinteressato, per questo il loro fallimento è tragico e se possibile salvarle. Credo proprio che un altro femminismo sia possibile.

Settimo non credo gli americani vadano via tranquillamente. Hanno già innescato una probabile guerra civile tra etnie con alleanze storiche complesse, e delle difficoltà politico-amministrative di frontiera con il Pakistan, loro vassallo. Non molleranno facilmente le coltivazioni di oppio ed eroina. 80% del prodotto raggiunge gli Stati Uniti per il proprio consumo. Vi saranno le solite severe sanzioni economiche che cercheranno di mantenere l’Afganistan in ginocchio, donne e bambini compresi. Molte voci si alzeranno negli Stati Uniti e in UE a favore di tali sanzioni, per affamare i bambini afghani in nome dei diritti umani. Comunque sarà tutto più difficile, l’Afganistan ha anche una frontiera con la Cina (piccolissima ma sufficiente per la Nuova Via della Seta) e una lunghissima con l’Iran. Anche l’esercito turco è scappato e penso che il doppiogiochista Erdogan non rientrerà facilmente dalla finestra (la sua chiave è la fratellanza islamica), seppure rimane oggi l’unico collegamento diplomatico con l’UE. Gli americani non cederanno facilmente i pozzi di petrolio rubati e sfruttati per 20 anni, preferiranno bombardarli ogni tanto partendo dalle basi pakistane e nascondendo la mano. Dispiace che Israele sia un po’ lontano per il solito lavoro sporco.

Ma la disfatta va oltre. Non è stato pensato ideologicamente bene spiegare l’invasione in termini di “esportazione della democrazia” con le armi se poi il risultato è esattamente il contrario. Ha funzionato troppe volte ormai. La vittoria dei Talebani darà coraggio anche agli islamisti di ogni tipo in Siria, Yemen, Somalia, Pakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan e Mali. Per il momento.

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