Un parlamento europeo a trazione fascista

Tonino D’Orazio. 18 giugno 2021.

Come definire il Parlamento Europeo che, insieme agli Usa, sostiene tutti i dittatori, tutti i golpisti, tutti i colpi di stato, i governi genocidi e tutti i nazi-fascisti in giro per il mondo?

Mentre il popolo colombiano è sotto una feroce repressione e le strade del Paese si trasformano in una carneficina, la vicepresidente del Parlamento europeo, la ceca Dita Charanzová, vuole fare pressione sulla … Bolivia per evitare il processo contro i golpisti. Un parlamento vassallo di paesi valvassini.

Già all’origine di una famigerata risoluzione che chiedeva l’impunità per i massacri commessi durante la dittatura di Jeannine Añez, il Parlamento europeo intende continuare la sua azione per interferire e fare pressioni sul governo del presidente democraticamente eletto Luis Arce. Interrogato dal quotidiano boliviano Pagina Siete sulle vittime del colpo di stato e della repressione in Colombia, l’eurodeputata non si è degnata di considerare questi aspetti futili. Charanzová ha invece  annunciato (12 maggio 2021) di esercitare pressioni “sulla Commissione europea e sugli Stati membri affinché agiscano contro la Bolivia“. In Perù la sinistra ha vinto le elezioni presidenziali contro la gang familiare ereditaria di Fujimoro? Cambiano i risultati tramite la Commissione elettorale, forse è meglio così prima che i militari intervengano con qualche massacro. (Tutti i generali e ufficiali dei Paesi del centro e sud America sono formati nelle accademie militari statunitensi, controllare per credere). Nel suo ruolo di lobby politica, non si possono escludere sanzioni europee contro il governo democratico della Bolivia. Noi saremo subito i primi della classe, come per il Venezuela e la solita amichevole e solidale Cuba. L’importante è avere la faccia tosta, un importante protettore e la “libertà di stampa” a favore.

Ritengo nazista e fascista qualsiasi provvedimento contro i lavoratori (Giuseppe Di Vittorio) volto a negare la loro dignità e la loro vita materiale. Il resto sono chiacchiere e polverone politichese per illusi. Tutte queste dittature consolidano, come risultato, l’impoverimento drammatico dei lavoratori e l’arricchimento sfacciato del ceto di piccola minoranza che li mantiene o li mette in piedi.

Il pupazzo Guaidò (decretato dagli Usa e da noi come presidente virtuale in Venezuela; non si può nemmeno ridere); il comico Bolsonaro in Brasile (paese che passa storicamente da una dittatura a un’altra e ne mantiene il vizio anche in “democrazia”); Pinera (Cile e ultimi massacri con il ritorno dei militari per le strade); Fernandez in Argentina (privatizzazioni totali, e svendita agli Usa, crollo di moneta) appena dopo il disastro Macrì (in diretta combutta criminale con i narcos); il povero e pietoso Nethaniau, nuovo Hitler del genocidio e del grande lager che è diventato la Palestina; la Siria (dove abbiamo perso un’altra guerra, oltre che scappare dall’Afganistan e presto dall’Iraq), gli Emirati e gli arabi sauditi, grandi difensori dei diritti umani, e magari delle donne, mentre massacrano il popolo Yemenita (500.000 bambini morti tra fame e bombe e non è finita), e regalano soldi e orologi d’oro ai nostri cattolicissimi politici in visita per vendere la morte degli altri che fa vivere tante nostre famiglie. Possibile che non possiamo fare niente contro il popolo del Nicaragua (ancora a sinistra!!) per fare piacere ai nostri intimi amici nord americani e ai loro interessi?

Ma vicino a noi. L’Ucraina nazista (con slogan e bandiere uncinate, tornati a sventolare e marciare, con il sostegno del parlamento europeo, cioè anche noi, davanti ai nostri nasi); il nostro bravo Orban, ungherese, cacciato per non più sostenibilità, (evviva la faccia), dal Partito popolare europeo e ricollocato nelle nuove e solide speranze fasciste europee in divenire; il regime polacco di destra a rivendicare pezzi della Bielorussia e dell’Ucraina, incurante della “libertà di stampa” (giustamente “la stampa c’est moi” come tutta quella padronale in ogni stato d’Europa); tutti gli stati balcani contesi tra turchi e tedeschi con rigurgiti nazionalisti condivisi o compatiti. E la nuova cortina di ferro verso paesi che non ci hanno fatto niente e che stanno a casa loro come vogliono, e che ci lancia verso un avvenire con troppe incognite perché la storia non si ripeta.

Ma pensiamo a noi. Non esiste nessun paese occidentale senza opposizione né parlamentare né politica. La destra e la sinistra governano insieme, in più sostenendo ancora una volta un burocrate bancario, un semplice ubbidiente e santo cassiere imposto dalla troika di Bruxelles e dalle loro finalità mai molto sociali, anzi sarebbe troppo facile dimenticare i diktat di questi due ultimi decenni contro i diritti dei lavoratori e la macelleria sociale effettuata. Fratelli d’Italia, da sempre vero braccio destro silente e cattivo della Confindustria, fa una opposizione finta, però sembra farla. Siamo in una dittatura parlamentare nazionale condivisa. I risultati sono tutti lì, uguali a quelli di altri regimi. Impoverimento ulteriore della popolazione fragile, anche piccolo ceto medio, (l’Istat ha appena pubblicato i drammatici dati 2020), arricchimento ulteriore del gruppetto asociale e internazionale Vip, che prende i soldi e scappa a pagare le tasse altrove. La “pandemia” (negata dall’Oms ma di lettura giornalistica e popolar-politica corrente) diventa LA scusa. Le grandi e medie imprese non hanno MAI chiuso in questo periodo. La contro prova è che gli incidenti mortali sul lavoro non sono veramente diminuiti. La proposta dei Prenditori per il rilancio del paese, oltre ad incassare il massimo di contributi a fondo perduto (miliardi sottratti al sociale, debito che pagheremo noi, già in opera dal santo cassiere), miliardi per le innovazioni 4.0 (la robotica e l’Intelligenza Artificiale per rimpiazzare il più possibile i lavoratori), è lo sblocco dei licenziamenti, ma a ottobre (richiesta sindacale: almeno fino…), dopo le elezioni amministrative di grandi città. Diciamo un altro dramma sociale di povertà in arrivo con milioni di licenziamenti, qualche soldino per una sopravvivenza limitata e l’inizio del pensiero del “debito” sottilmente dimenticato. Poi è colpa loro se non trovano il lavoro che non c’è, questi fannulloni ai quali bisogna togliere al più presto il Reddito di Cittadinanza, cioè di “non lavoro”. Ma che importa saranno loro stessi a votare per i loro aguzzini, tanto la colpa è già degli immigrati, e della sinistra che non c’è. In realtà in parlamento non c’è nessuno, solo uno sparuto gruppetto di ex 5S.

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