Soliti venti di guerra

Tonino D’Orazio 11 maggio 2018.

Intanto bisogna dare atto che quel “pazzo” e “stupido” di Kim Jung ha elaborato contro gli americani una trappola degna de “L’arte della guerra” di Sun-Zu. Ha alzato il tono per più di un anno con dimostrazioni spettacolari di fuochi d’artificio. Nessuno ha mai creduto al suo “potenziale” di missili di lunga gittata; cadevano in mare dopo meno di 300 Km. Poi ha aspettato un’occasione storica per programmare la trappola mediatica mondiale, lo sport, e magari ci vedo lo zampino della rinomata cultura orientale, lungimirante e diplomatica, di Cina e Russia nello sgretolare l’impero americano. Ha spostato in gran pompa (soprattutto simbolica e colorata di rosso dappertutto nei cerimoniali), tramite lo sport, il suo paese verso una “riconciliazione” più che avanzata e credibile. Il presidente Sud Coreano, Moon, lo aveva promesso in campagna elettorale. Ha varcato impunemente la linea rossa proibita dagli americani. Dopo gli abbracci e baci con il Sud, ha ricevuto prima di tutto il ministro degli esteri cinese, spostando Trump in ultima fila. L’accordo? Io denuclearizzo e tu vai via dall’area con le tue bombe. Adesso sono io il buono e il pacifista. E’ scacco, sicuramente non matto conoscendo la prepotenza americana in quell’area nevralgica per l’accerchiamento dei “nemici” storici.

Allora, svanito il grande attacco nucleare per incenerire i Nord Coreani, chi entra in guerra dopo il 12 maggio? Trump non ha firmato la continuità, almeno per 120 giorni, all’accordo nucleare con l’Iran quindi ci siamo. Ormai è sicuro che, (aveva detto: ”O correggete i difetti disastrosi dell’accordo oppure gli Usa si ritirano.”), sotto la spinta del terrorista israeliano Nethaniau, che ancora una volta in ambito internazionale sventola grosse provette di materiale di morte di 15 anni fa, prima del passaggio del Giro Rosa d’Italia in un mare di sangue rosso e innocente, il ritiro della firma diventa tromba di guerra. Con gli europei che frenano ma che comunque sono già in coda con lo strumento indelebile della Nato, dove siamo anche noi. Gli Iraniani hanno semplicemente detto che l’accordo, faticosamente raggiunto e siglato nel 2015 dal “5+1” (Russia, Usa, Cina, Gb, Francia + Germania), non si tocca, altrimenti anche loro faranno quel che vogliono. Giova ricordare, perché molti non sanno, che gran parte dell’uranio in possesso dell’Iran (contenzioso Eurodif, impresa franco-iraniana creata nel 1973) fu fornita dai francesi sin dal 1973 allo … “scià di Persia”.

Gli attori sono sia Israele sia l’Arabia saudita che, tronfi e stati canaglia, preferiscono una guerra totale. Con un ragionamento semplice, loro, che sono i peggiori banditi internazionali (nessun rispetto Onu o trattati internazionali e diritti dell’uomo/donna), possono avere l’arma atomica, gli altri no. Poi ci sono i Russi, molto arrabbiati con gli americani, che sostengono la Siria e armano coscienziosamente anche l’Iran con antimissili contro aerei e navi per una difesa efficace. Tra l’altro il golfo Persico è come un lago difficile per poter dispiegare efficacemente le portaerei con il suo seguito necessario di altri natanti.

Allora? A questo Trump non basta la Siria e le altre guerre in cui sono impelagati? Come da tradizione è necessario che ognuno ne aggiunga una personale al suo mandato. Fallito quello della piccola Corea del Nord e della Siria, (ma non si può dire), rimangono in evidenza Iran e Venezuela.

Lo smacco è anche per la diplomazia dell’Unione europea che era stata la maggiore fattrice dell’accordo. Unione che balbetta con la Mogherini con qualche protesta e che non potrà fare a meno di allinearsi sul piede di guerra. Gli Inglesi, sempre nell’ombra, non vedono l’ora di rimettere le mani in Medio Oriente, come da duecento anni, e il ragazzino francese, presumibilmente, si rende conto che veramente vale poco con la “grandeur” francese chiacchierona ma ormai subordinata e a servizio perché nello stesso tessuto culturale neoliberista e colonialista (vedi intervento in Libia). Oggi Francia-GranBretagna-Germania sono arrivati a un semplice comunicato congiunto che “deplora” e rimpiange l’atto di Trump.

Dopo la firma di Trump vengono immediatamente reintrodotte le sanzioni per i nuovi contratti. I tre paesi europei firmatari dell’accordo del 2015 contavano continuare a applicarlo ma incorrono nel rischio anche loro delle sanzioni americane se continuano a commerciare con l’Iran. Le imprese straniere avranno qualche mese per “uscire” dall’Iran. L’ambasciatore americano in Germania ha chiesto ai tedeschi di “cessare immediatamente” le loro attività. E’ la ragione dell’Impero e si chiama “principio di extraterritorialità”: in base ad esso, gli Usa possono multare le aziende non statunitensi che allacciano rapporti commerciali con Paesi embargati, come hanno appena rifatto con il Venezuela. E noi come aguzzini autolesionisti siamo più che dentro.

L’UE ha ribadito che “l’accordo sul nucleare iraniano va mantenuto e deve essere preservato. Resta il nostro impegno per la sua piena attuazione“. Insieme a Cina e Russia. Lo scontro politico tra Europa e Usa è alle stelle e presenta un’occasione storica unica di inizio di vera autonomia. Quindi sia l’Onu (ma va!) che l’Iran hanno anche loro sostenuto che l’accordo andava mantenuto per “chi ci sta”. Sembra, a prima vista, che l’Italia stia con l’UE. La frattura con gli Usa è troppo pesante perché sgretola il pensiero unico e garante dell’impero. Impero sempre più del male, guerrafondaio e terroristico. Ovvio quindi che il presidente iraniano Hassan Rohani approfondisca il solco desiderando discutere con Europei, Russi e Cinesi.

Israele, facente funzione, entra in guerra con l’Iran oppure lo smacco internazionale sarà troppo grande per Trump. Israele sta ammassando le truppe sul confine siriano e non si capisce come da lì possa scontrarsi con l’Iran, ma essendo colonizzatori espansionisti nati, oltre la Palestina, un’altra bella fetta di Siria (Erdogan insegna) e magari di Libano non dispiacerebbe, con la scusa dell’Iran. Anzi, oltre a bombardare impunemente truppe iraniane in Siria che lottano contro “il terrorismo”, (l’ambiguità di chi è chi, è alle stelle), si preparano alla guerra “a causa delle irregolari attività delle forze iraniane in Siria“, cioè uno Stato che ancora non gli appartiene; dice cornuto al bue e “avvisa che ogni aggressione contro Israele avrà una risposta severa”. E’ come ammazzare i bambini (cosa che stanno facendo scientificamente, tipo cultura Mendel ma con fucili adatti) prima che diventino grandi e forse pericolosi. Ricorda il mitologico Saturno e qualcosa anche del detto violento che “chi picchia per primo, picchia due volte”. Basta dire che l’altro è cattivo e ha cominciato prima … e se c’è gente che crede ancora alle provette funzionerà sicuramente.

Mi sembra che quindi anche noi siamo in guerra, facciamo finta di non saperlo o che riguarda altri, come altrove, a scapito dell’art.11 della Costituzione, ancora una volta.

 

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