Sconfitta SPD opportunità per la sinistra in Europa

Sconfitta SPD opportunità per la sinistra in Europa

Tonino D’Orazio, 17 gennaio 2018.

A condizione che i socialisti abbiano capito (come il Labour britannico) e siano capaci di una virata politica di almeno 90 gradi. A condizione che il quadro dirigente, che da 17 anni è impelagato nella Grosse Koalition in vari paesi, si dimetta e vada in pensione. A condizione che la narrazione politica attuale della socialdemocrazia, cioè amministrare il capitalismo entro i limiti dei rapporti di potere prevalenti, e non di spostare l’equilibrio del potere stesso, venga considerato un errore storico e quindi profondamente ripensato. A condizione di riscoprire l’essere alternativi insieme ad altri, a sinistra, prima di essere confusi “in opposizione” con l’AFP, i populisti di destra, diventati terzo partito, con 96 parlamentari.

A condizione di ammettere che la democrazia sociale distrutta e pronta ad essere eliminata in gran parte d’Europa oggi (Grecia, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Francia, Italia, Spagna e anche ultimamente la Norvegia con le elezioni dell’11 settembre scorso, se non l’Austria) rilevi della loro corresponsabilità.

A condizione di fare autocritica su una concezione socialdemocratica superata che si basava su un compromesso di classe e un equilibrio di potere che permetteva di avanzare socialmente nell’ambito del capitalismo regolato (cioè dello stato sociale). E’ una condizione deontologicamente impossibile. Tra l’altro tutto è saltato, con il risultato di essere considerati solo utili subordinati, se non ruota di scorta.

A condizione di ammettere che l’idea stessa di ristabilire, nell’attuale congiuntura politica ancora oggi, il compromesso di classe, con una collaborazione bipartita o tripartita e il “dialogo” sociale senza mobilitazione, lotta e duro confronto di classe, sia stato un progetto illusorio.

Troppe le condizioni ? Eppure sono ormai sine qua non per la sua sopravvivenza.

Come la Merkel gestisce prepotentemente l’Unione Europea per il centro-destra così la Spd gestisce e ha gestito il PSE ai fini dell’obbligo alla Grosse Koalition, ufficiale o meno, in tutta l’Unione. Il capo sconfitto della Spd, Schulz, aveva detto “basta alla Grosse Koalition” durante la campagna elettorale. Ma questa, si sa, dura solo poche settimane. Gli aderenti al Pse seguiranno ancora dopo il risultato disastroso? Anche se con turbolenze in tutti i paesi dove governano con le destre? E’ un concetto utile affinché inizino a guardare a sinistra malgrado il tempo perduto? Sono capaci e credibili quando dicono di voler recuperare un rapporto con la loro base sociale? Se qualcuno ha letto un mio ultimo articolo, “L’inferno dei lavoratori tedeschi”, (toninodorazio.altervista.org) può facilmente capire la difficoltà di recuperare una classe sociale e un popolo intero sprofondato nella miseria, in un paese che fa finta, e in tempi di crisi.

Il popolo, quando vota i “populisti”, è anche perché la sinistra sociale di riferimento, di classe, popolare, non esiste più, e perché non c’è altro. Anzi, cosa portava i socialisti francesi a far votare Macron, il preannunciato aguzzino del popolo del lavoro? Era solo per evitare la Le Pen? Non credo, vista la grande defezione elettorale di partecipazione al secondo turno. Molti francesi (più della metà) li hanno considerati uguali e pronti contro di loro. Assistiamo cioè, in tutta l’Unione a una lotta feroce tra le varie destre, comunque oggi tutte vincenti, con schemi elettorali sfacciatamente favorevoli. Scorazzano e si alleano in praterie politiche lasciate deserte.

La nuova “grosse koalition” riproposta dalla Merkel all’Spd e l’accettazione dell’infedele Schulz, malgrado un programma confuso, indicano che ormai non c’è alternativa e che chi sta al comando non lascia mai. L’atto democratico di Schulz di riportare l’accordo all’assemblea generale dei socialdemocratici tedeschi, in congresso (21 gennaio), per l’approvazione o il rifiuto lascia tutti perplessi. Sembra un gioco delle parti. Se l’assemblea non approva, si va a elezioni anticipate, con l’estromissione sicura della Merkel e il rafforzamento, come in tutta Europa, delle destre estreme. Però, davanti all’opinione pubblica e alla sua base, l’Spd ha fatto il possibile con “responsabilità”, malgrado il diniego nella campagna elettorale, e se creduto, potrebbe forse recuperare voti in una eventuale nuova tornata elettorale. Oppure una soluzione governativa diventerà sempre più complicata. Alcune male lingue dicono “meglio così”, sembra che senza governo a breve termine, da alcune esperienze reali, (non solo Belgio), i paesi continuano a funzionare e vanno avanti, addirittura meglio … compreso il loro Pil.

L’accordo del centro e della sinistra, dei popolari europei e dei socialisti, rimane una costante che si svilupperà ineluttabilmente anche in Italia. La destra governa da sola, in tutta Europa, oppure con il PSE. Da almeno 15 anni. Da noi ancora non è così chiaro ma le cattive lingue insinuano parecchio, visti i risultati sociali che abbiamo davanti agli occhi, e in fondo anche gli accordi, secretati perché da noi la democrazia ha dei risvolti particolari, tra Berlusconi e Renzi con il Patto del Nazzareno e con relativa pattuglia (Verdini) a sostegno parlamentare per evitare eventuali rischi puramente democratici .

Se questo patto d’acciaio di un pensiero unico tra centro-destra e centro-sinistra non si rompe, ai lati nascono e scorazzano gli altri, i populisti, cioè quelli che rappresentano un popolo che non ci sta più a farsi massacrare dagli uni e dagli altri. Le mezze misure e la confusione dei ruoli sono durate troppo a lungo, quasi un ventennio, e hanno dimostrato una profonda inadeguatezza sociale, cioè popolare, malgrado la maschera imposta dai mass media padronali del “tutto va per il meglio”. Nonostante tutto, si sa che non è vero. E in realtà si da adito al motto che “destra” e “sinistra” non esistono più e che forse tutto è diventato “destra”. E cioè che le politiche anti-popolo, anti-lavoratori non sono altro.

Se il congresso del 21 della Spd deciderà di rimanere al governo con il senso di “responsabilità”, con la Merkel, tutta la sinistra socialista europea avrà perso una occasione storica, lasciando solo il Labour britannico, oggi in forte ascesa, e lasciando che le estreme destre possano sicuramente rafforzarsi in futuro. Quest’anno vi sono troppe elezioni importanti in Europa e gli “interventi”, meglio le interferenze, della troika di Bruxelles sono sicuramente controproducenti, altro che quelle di Putin riservate per dopo le eventuali sconfitte. Anche la Commissione Europea spaventapasseri, governata dalla Spd, interferisce. Da noi.

In Italia a guardar bene non c’è speranza, ma tutto non sembra perduto, per il popolo.

 

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