Quel vil denaro

Quel vil denaro

Tonino D’Orazio, 7 settembre 2016.

I soldi sono una parodia dei sentimenti umani più bassi. Sono necessari per vivere in un quadro che la storia sembra averci prefissato, e dicono che non hanno odore. Hanno in sé attrazione e repulsione. Arano in profondità l’animo umano e spesso permettono di essere valutati per quel che si è.

Intanto il denaro è carta straccia che non contiene in sé il valore scritto in cifre. Carta che serve a fare altra carta e altri numeri senza preoccuparsi, a costo di schiacciare l’umanità intera. Carta che il Simec del prof. Auriti aveva completamente smontato della sua sacralità e dall’abuso dei tipografi di stato, i governi, che li fabbricava a costi ridicoli dando loro un valore, intrinseco, assolutamente falso.

Un certo Pogba, che gioca con i piedi, viene letteralmente venduto dalla Juventus per 101 milioni di euro al Manchester, con danno e giubilo di milioni di “tifosi”. Due volte ciò che Renzi, “capo” del governo italiano promette nell’immediato, senza averli, ai nuovi terremotati del centro Italia. La stessa somma con la quale un ragazzino chiamato Verratti, che gioca anche lui con i piedi, è stato “venduto” al Paris S.G. Tralascio il giro di milioni tra “acquisti”, “prestiti” e trasferimenti, solo con e tra le squadre di calcio della cosiddetta serie A, sapendo che tutto il resto non è da meno. Tralascio anche gli stipendi che i vari “venduti” o “comperati” percepiranno, sono sparati senza vergogna sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi, ogni giorno e letti da migliaia di poveracci. Tralasciamo il Bayer Monaco che schiera pallonari per un valore complessivo di 685 milioni di euro.

Devo parlare degli undici milioni di italiani che non possono più curarsi rilevati l’altra settimana dall’Istat? “L’Italia era il Paese con il miglior sistema nazionale sanitario del mondo venti anni fa, oggi invece 11 milioni di persone non possono curarsi perché non hanno i soldi per farlo”. (Gino Strada).

Oppure i 4,6 milioni di individui in “povertà assoluta”, in gran parte nel colonizzato sud? Degli altri 8 milioni in “povertà relativa”?

Banca Popolare di Vicenza. La dirigenza la porta a un deficit di 1,4 miliardi di euro. Francesco Iorio, amministratore delegato, dal 1 giugno, percepisce 2,7 milioni di euro di cui 1,8 di bonus “entrata”. Il vice, De Francisco, 1 milione di cui 700.000 subito, in “entrata”. Sono stati pagati 5,2 milioni ai 5 ex dirigenti “affondatori”, in buona uscita, di cui 4 all’ex a.d. Sorato. All’ex a.d. Zonin, “per ostacolo all’attività di vigilanza” e aggiotaggio, il compenso complessivo per 2015 (si è dimesso il 12 maggio), solo 4,6 milioni.

Tabella pubblicata da Il Fatto Quotidiano.

– Federico Ghizzoni, ex ad Unicredit: 2 milioni di compensi fissi, 1,1 di benefit e emolumenti variabili e 1,9 milioni in azioni, senza contare la buonuscita di 10 milioni di euro.

-Fabrizio Viola di MPS: 1,8 milioni di fisso e più di €100mila euro tra benefit non monetari e altro

-Giovanni Zonin, ex presidente di Popolare di Vicenza: più di 1 milione per 11 mesi di lavoro

-Vincenzo Consoli, ex direttore generale di Veneto Banca (arrestato pochi giorni fa), non ha ancora ricevuto i suoi 3,5 milioni di liquidazione. Ha fatto causa all’istituto.

In tutto il sistema bancario: stipendi assai generosi soprattutto a fronte della loro mala e rapinatrice gestione dagli a.d. ai dirigenti, in alcuni casi diretti responsabili della crisi attualmente in corso, degli aspri piani di licenziamento dei dipendenti “normali”, tanti altre migliaia di esuberi previsti,  e della crisi del comparto che già dominava la scena nel 2015.

I dati sulla disoccupazione in Italia appena diffusi  dall’Istat sono un disastro completo. Solo a luglio si sono persi 68 mila posti di lavoro di indipendenti, i noti “diventa imprenditore di te stesso” . E’ in aumento il numero di quelli che perdono le speranze di trovare un’occupazione (+53 mila). Continua l’emigrazione italiana (altri 120.000/annui, ma è solo una stima). Inoltre 51 mila donne hanno perso il loro impiego e altre 52 mila hanno perso anche la speranza di trovarne uno. Sono sicuramente entusiaste del fertility day , retrogrado, aberrante e osceno della cattolica Lorenzin. La povertà continua ad avanzare, malgrado la preoccupazione generalizzata e esistenziale del burkini.

E’ necessaria una ridistribuzione dei soldi, ecco perché servono, per un benessere allargato al massimo.

Avete notato tutti che la Protezione Civile, cioè lo stato (oppure è già privatizzata?), si mette a raccogliere soldi, obolo, per i terremotati.  Non stupisce nessuno? Abbiamo uno stato biscazziere (giochi), pappone (tassazione della prostituzione), ladro (almeno 50 tipi di tassazioni non dovute, compresa sulla secolare guerra di Libia), ci mancava anche elemosinante. La cosa meravigliosa è la generosità dei poveri, il popolo dei 2 euro, poiché, (esagero), per raccogliere 12/15 milioni (non siamo sicuri, e non lo saremo per molto tempo), significa che più di 7 milioni di cittadini li hanno versati (tasse e servizi telefonici compresi). Ma se i ricchi in Italia sono appena 600.000! Lasciamo perdere il miliardario Zuckerberg che con i suoi 500.000$ fa proprio ridere, anche se decina di migliaia di assuefatti diranno “meglio di niente”, dimenticando che si è fidato solo del Vaticano e forse solo per ricostruire le chiese. La differenza è proprio la diversa concezione dell’utilizzo del denaro. Più ne hai bisogno più hai il cuore grande. L’appello è stato così fruttuoso che la Protezione Civile mantiene il numero telefonico di raccolta almeno fino al 30 settembre. Sperano di arrivare ai 50 milioni promessi da Renzi.

Rimane un altro elemento distruttivo. Alcune ricerche universitarie anglo-sassoni (Harward e Utah)  hanno dimostrato che pensare al denaro cambia profondamente il nostro modo di pensare e agire, ciò avrebbe tendenza ad avvilirci e a renderci meno morali, più giustificativi, più diffidenti e incoraggiati a mentire, tradire e anche a barare. Cambia altresì, la nostra maniera di riflettere e i nostri rapporti relazionali, i nostri legami sociali. Aumenta la tendenza all’ambizione personale, magari anche giusta, ma non al detrimento di un ideale collettivo e di pace. E nemmeno a guerre di rapina.

Il denaro e la democrazia? Il denaro detta la condizione e la differenza di “arrecarsi reciproco danno” a quella “della civile convivenza, in rispetto e giustizia, su vincoli di reciproca solidarietà”. Bisogna proprio risalire a Platone per ritrovare uno spirito illuminista (liberté. Égalité, fraternità), quindi socialista, e di ridistribuzione della ricchezza prodotta? Il capitalismo, noto, vantato e amato (altrimenti non si spiegherebbe il suo fascino e la sua imposizione storica), accumulo di ricchezza per la ricchezza a scapito di tutti gli altri esseri umani, dove le leggi del profitto possono schiacciare i diritti umani, non ha nulla di democratico. Checché se ne dica e malgrado tutti quelli che ci credono. Il neoliberismo è un sistema di psicopatici (ultimo libro di George Monbiot). Una ideologia al servizio di pochi e con la follia che l’umanità debba adattarsi a un dogma economico assurdo.

Tra l’altro lo stesso capitalismo (giustificato dalla “natura umana”, “che ci vuoi fare”) va di pari passo con le religioni, che in genere proibiscono un arricchimento sproporzionato o a scapito del “prossimo”, ma non mi sembra che i loro fedeli correligionari ne abbiano mai recepito l’obbligo, se non nell’occupato Nepal. Nemmeno le loro gerarchie, spesso schiacciate sul potere politico e sul denaro. Forse la democrazia non si esporta nelle religioni. Anche se in merito al denaro hanno tutte inventate delle soluzioni morali per riappacificarsi con il genere umano: la carità e l’elemosina. Gli stati le hanno tradotte in leggi invalicabili, e comunque di dubbia moralità.

 

 

 

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