Isteria politica europea

Tonino D’Orazio. 23 maggio 2018.

Può un ministro (dell’economia) francese, Le Maire, insultare un popolo intero e minacciarlo? Ebbene sembra di sì. Non si tratta di essere nazionalisti (o sovranisti), si tratta solo di chiedere rispetto per le scelte elettorali di un altro paese repubblicano e democratico dell’Unione, sia esso italiano sia altro. Gli altri insultati, a oggi, sembrano essere parecchi e si organizzano a gruppi. E le risposte non sono da meno, innalzando la tensione. Oppure pensa che la democrazia, ormai, sia una eventuale opzione solo se comoda.

Ovviamente per utilizzare la terminologia impiegata, tale da sembrare un attacco di nervi, la paura deve essere proprio grande. Perdendo in Italia, le elite franco-tedesche, ma anche di altri paesi, si rendono conto di poter perdere anche altrove. Il trend è evidente e l’Italia sembra la punta avanzata dell’iceberg. L’Italia non è la Grecia che rappresentava solo il 3% del Pil europeo ed è stata facilmente massacrata. Vedrete che se cambia qualcosa nell’informazione statale RAI, conosceremo tutta la miseria di quel paese e di quel popolo, ma anche altre immense povertà e sacche di disoccupazione nel resto dell’Unione che ci vengono sempre nascoste.

Questo ministro francese indica parecchi motivi di timore sul mantenimento dello statu quo del giocattolo attuale, e dice testualmente: “Se il nuovo governo prendesse il rischio di non rispettare gli impegni sul debito, il deficit, ma anche sul risanamento delle banche (ancora!?), tutta la stabilità della zona euro sarebbe minacciata”. “In Italia tutti devono capire che l’avvenire dell’Italia è in Europa e affinché questo avvenire sia in Europa vi sono delle regole da rispettare. Gli impegni presi dall’Italia valgono per qualsiasi governo. Rispetto la decisione sovrana del popolo italiano (però!) ma vi sono impegni superiori. Ribadisco l’importanza di garantire gli impegni a lungo termine per la stabilità comune (…). Non rispettarli vuol dire minacciare le economie di tutti i risparmiatori europei”. Tralasciamo questa baggianata del ricco risparmio tra 0,1 e 0,5 che i pensionati europei conoscono bene, evidentemente si riferiva agli speculatori finanziari del suo ceto elitario e bancario. Salvini: “Che i francesi si occupino dei francesi” che sembrano avere qualche problema.

Macron conta su Mattarella. Dimentica che siamo in una repubblica parlamentare e non presidenziale. “Il presidente Mattarella ha indicato che il governo è legato a una strategia europea. C’è una parte di incertezza a questo stadio, ma ho anche un elemento di fiducia perché Mattarella ha sottolineato e indicato che il governo dovrà lavorare con l’Ue e che per lui questo è uno dei criteri relativi al nuovo esecutivo“. E quindi “avendo la responsabilità della stabilità e della nomina del governo, si impegna per una strategia europea e una coerenza europea“. Ovviamente lo scontro istituzionale deve ancora avvenire tra vincitori elettorali e Mattarella, l’amico di Napolitano. Non tocca a Mattarella scegliere le politiche della maggioranza parlamentare, espressione del popolo sovrano. Si è ancora sicuri di questo? Che vuol dire “O questo governo o il voto” ? (Salvini).

Manfred Weber, il leader dei Popolari europei (Ppe), in una dichiarazione ai media tedeschi precisando che “le azioni irrazionali o populiste“, da parte del futuro governo targato M5S-Lega “potrebbero provocare una nuova crisi dell’euro“. Poi la minaccia: “State giocando col fuoco perché l’Italia è pesantemente indebitata“. Poi precisa anche lui (però!) di “rispettare comunque il risultato elettorale” degli italiani ma non dice come.

La Lega risponde: “Weber pensi agli affaracci suoi, gli italiani sono stanchi di prendere ordini da Bruxelles e da Berlino! Weber si metta l’anima in pace: sono finiti i tempi in cui Merkel e i suoi proconsoli a Bruxelles montavano e smontavano i governi italiani a seconda degli interessi tedeschi e delle loro banche“. I 5Stelle: “Non saranno le minacce di qualche emissario della Merkel a condizionare le posizioni del futuro governo. Il nostro faro sono i cittadini italiani, delusi con politiche di austerity fallimentari e una gestione egoistica dell’immigrazione”.

Proprio su questo argomento, che purtroppo è diventato elemento forte del successo della Lega, interviene il commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos: “Speriamo che col nuovo governo in Italia non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria“. A volte da chiedersi dove vivono e perché non stiano zitti ogni tanto. Salvini: “Dall’Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti”.

Altro avvertimento lanciato dal vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: “Nell’approccio alla formazione del nuovo governo e nell’approccio alla stabilità finanziaria, l’Italia deve mantenere la rotta degli ultimi anni riducendo gradualmente il deficit e il debito“. ”L’approccio dell’esecutivo comunitario non cambierà indipendentemente da quale governo ci sarà”. Con questa pistola fumante la Commissione è “pronta a lavorare con le autorità democraticamente elette degli Stati membri“. Insomma, bastone neoliberista e carota democratica.

Altra minaccia diretta dall’Ue al governo M5s-Lega tramite il braccio armato, ma “indipendente”, della troika di Bruxelles, la BCE: “L’Italia corre il rischio di vedersi tagliare l’accesso al Quantitative Easing della Banca Centrale Europea“. Un QE che scade a settembre e che i tedeschi non vogliono sia rinnovato.

Ci mancava solo la pulce, il ministro degli Esteri del Lussemburgo, (noto mini stato-paradiso fiscale ancora oggi nella bufera), Jean Asselborn:“Spero che Mattarella non permetta al nuovo governo italiano di distruggere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in Europa“. Insomma pensano tutti che Napolitano abbia insegnato come si fa. Salvini su Facebook:”Confermo: all’estero stiano sereni, agli italiani ci pensiamo noi”.

La Merkel fa meno chiacchiere ma scappa a Sochi per incontrare Putin. E’ preoccupata dal programma Lega-5Stelle sul riavvicinamento dell’Italia per l’abolizione delle sanzioni alla Russia. Inoltre deve parlare con Putin perché la decisione di non seguire Trump nelle sanzioni all’Iran, e non averne essa stessa, crea una vera frattura nel Patto Atlantico. Tra l’altro l’Unione (17 maggio) si sta attrezzando per non utilizzare il dollaro nelle transazioni che continueranno con l’Iran, per non rischiare sanzioni dagli Usa. Insomma un’Europa e un Mediterraneo nelle braccia e nella blokchain di Putin! Con un Putin che ha salutato la vittoria elettorale e la costruzione del nuovo governo italiano e messo a nudo l’ambiguità affaristica della Germania che fa grossi affari e investimenti energetici con la Russia, (gasdotto Nord Stream 2, che renderebbe tutta l’Europa dipendente), malgrado le sanzioni.  L’incognita rimane la reazione americana, che però potrebbe stupire, viste le tensioni fortissime e dissacranti, negli stessi States, contro Trump. A meno di utilizzarci per far saltare l’euro, moneta troppo forte che da fastidio al dollaro in declino, in perdita di rappresentanza internazionale, e ridurre l’Unione a isolati e deboli paesi con cui trattare singolarmente la sua ”America first”. Una “Italia first” gli potrebbe andar bene.

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