Disgregazione dell’Unione.

Tonino D’Orazio. 25 Maggio 2018.

Sono parecchi gli elementi che fanno pensare al peggio. Mi limito solo ad elencarli anche se ogni tema meriterebbe un capitolo esplicativo. Ma faccio fede a quelli che mi leggono da anni.

 Il nuovo governo italiano che quasi non c’entra; gli attacchi di Trump all’economia europea tramite diktat di sanzioni in tempi stretti; la multi polarizzazione mondiale e l’asfissiante e anacronistica trappola unipolare; Merkel che corre prima da Putin (18 mag) accolta con sorriso e rose bianche, (prima che arrivino gli italiani?), e poi in Cina (24 mag) per, in fondo, “chiedere protezione”, ed evitare che, per gli accordi Trump-Cina sui dazi, cioè maggior import da parte della Cina, i prodotti tedeschi non siano sostituiti, cosa certa ormai, da quelli americani; chiedere anche, se possibile malgrado la globalizzazione, di evitare di acquistare le imprese tedesche di alta tecnologia (già fatto gruppo Daimler, la fabbrica di robotica Kuka); dopo aver sparato sanzioni e offese per anni a sostegno provocatorio di una Ucraina nazista e un accerchiamento militare Nato alla Russia è una Caporetto evidente; insieme a un Macron che cerca, dopo le parole volgari dello scorso anno, di riallacciare contatti con Putin (S.Pietroburgo, 24 mag, e non al Cremlino) e che rifiuta l’alleanza con la May per boicottare i mondiali di calcio, e che malgrado “le sanzioni” continua a mantenere circa 1.200 imprese francesi in Russia (tra cui Auchan, Total, Société Générale, Danone e Sanofi); lo sciovinismo ridicolo del piccolo imperatore Macron: “voglio un dialogo strategico e storico per legare la Russia all’Europa, e non lasciare che si ripieghi su se stessa”; non basta la capriola: contro-richiesta di Putin di una commissione internazionale, a breve, nella repubblica del Donbas russofono di Ucraina e rafforzare i contatti per la pacificazione della Siria, quasi nulla contro Nato e Usa; la nascita di una coalizione Europa-Cina-Russia a sostegno dell’accordo sul nucleare, sottoscritto anche dall’Onu, con il demoniaco Iran, sapendo il potere di veto della Russia e della Cina e la sicura rottura prossima, e non indolore, degli accordi storici tra Usa e la locomotiva Germania (compresa la Nato) in ambito commerciale a causa dei dazi e che non potrà essere che successivamente politico.

Starà succedendo qualcosa?

Sembra che il nuovo governo italiano possa rientrare nel grande gioco in anticipo e con poche responsabilità. Tranquilli, in questo contesto non sarà l’Italia a “rompere” e non sarà l’Italia a “uscire” dall’Euro. Sarà la Germania a spingere fuori parecchi stati perché non gli conviene più essere creditore di paesi in fallimento e piano piano pure refrattari. Se hai un debito di 1.000 € ci pensi, se hai un debito di 100.000 € il timore e il pensiero si trasferisce sul creditore, ma se hai 450 miliardi di debito … e lo spread …

Frankfurter Allgemeine Zeitung, (21.05.2018). “Noi, 154 professori di economia, mettiamo in guardia contro la proposta di sviluppo dell’unione monetaria e bancaria europea in una unione di corresponsabilità. Le proposte del presidente Macron e del presidente Junkers sottoscrittori dell’accordo di coalizione di Berlino comportano rischi elevati per i cittadini europei”. (leggi per loro). Inoltre secondo loro i MES (Meccanismi Europei di Stabilità) e i QE (Quantitative Easing europei) servono solo a “socializzare perdite, debiti e deficit”. Chiedono quindi, sostenendo il “principio di responsabilità”, di mettere in opera due procedure. La prima di “fallimento di insolvibilità ordinata” per gli stati con cessione di beni e la seconda procedura quella di un “recesso ordinato dall’euro”. Dovrebbero quindi uscire dall’euro l’Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo, … la Grecia già spolpata e altri. Rimarrebbero “non in fallimento” soltanto la Germania, la Olanda e qualche altro … La richiesta “ragionevole” di riconsiderare il debito per 250 miliardi avrà fatto scattare il pangermanesimo di cultura severa perché protestante.

La Merkel e il ministro socialista delle finanze Olaf Scholz, detto in altro modo, sono favorevoli a un rafforzamento della zona euro e vorrebbero trasformare il MES in un meccanismo di smantellamento delle banche in fallimento e “che ogni stato membro in seno all’unione monetaria assuma le responsabilità delle proprie scelte politiche”. In altre parole: ognuno i propri cavoli! Dimostrando che la Bce in questi anni ha speso più di 2.550 miliardi di euro in sostegno alle banche (tedesche comprese) per niente. Il divario e il “debito” sono aumentati dappertutto dimostrando il disastro delle politiche messe in atto e l’impossibilità di continuare persino con l’austerità. Anche di continuare a nasconderlo e spingere il pesante carro senza futuro con i buoi dietro e tentare di scappare in avanti. E’ una sconfitta pesante per Macron e ovviamente il prossimo vertice europeo di giugno che dovrebbe sancire una unione monetaria e bancaria che quasi nessuno vuole.

In realtà più la situazione diventerà tesa e complessa, più economicamente diventa insostenibile, più “questa” Europa che non vuole morire diventerà violenta, repressiva, autoritaria e dittatoriale. “Questa Europa” può spingere in là la sua disgregazione, ma ha perso da tempo la battaglia dei cuori e delle anime europee. Un po’ come l’american way of live. Sono due idee, due sogni che si sono trasformati in incubi sotto la pressione terribile del totalitarismo mercantile mondializzato. Tra l’altro fanno sorridere le accuse di estrema destra al governo italiano perché populista (o anti-sistema); terminologia usata da una Commissione Europea elitistica, non eletta da nessuno, veramente di estrema destra con veri atti di rapina, di soldi e di diritti del mondo del lavoro, cioè la vera misura per capire “chi è chi, e chi non è”. Il resto è cinema e propaganda.

Forse il nuovo governo, magari con un ministro delle finanze competente ma considerato “euroscettico” come Savona, rappresenta non un pericolo ma un ago che sgonfia un pallone senza più aria e al quale, se minimamente critico, si cercherà di caricare una eventuale responsabilità. Le premesse di attacco sono già in atto (Savona o meno) ma troppo prematuri, tanto da risultare ulteriormente sgraditi e irritanti a gran parte della popolazione italiana, e non solo.  E’ il resto che sta crollando, anche se puntellato da PSE e PPE. In merito a quest’ultimo sarei indeciso sul capire quanta destra contenga, tra FI, Orban e qualche altro.

Starà succedendo qualcosa che ci sfugge nell’Unione?

 

 

 

 

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