Attacco all’Italia, del NO.

Attacco all’Italia, del NO.

Tonino D’Orazio 8 novembre 2016

L’attacco alla democrazia e alla Costituzione italiana viene da lontano, dalla P2 di Gelli alla massoneria politico-economica nostrana e anglosassone. Lo sgretolamento della Costituzione anti fascista, e quindi anti padronale o oligarchico, ma a sovranità popolare, è sempre stato presente, sin dal 1948. Oggi, con il Si del burattino Renzi i fili sono sempre tirati dagli stessi. Certamente, finché vi sono stati presidenti della Repubblica provenienti dal quadro politico,  se non direttamente dalla Resistenza, che aveva istituzionalizzato la Costituzione, la situazione si presentava troppo difficile. A nulla sono valsi i tentativi di “colpo di stato”, alla Scelba (che riprendeva grosso modo con la Legge Truffa, nel 1953, la legge fascista detta Acerbo del 1923) e alla Julio Borghese (tentativo di colpo di stato militare nel dicembre 1970, fallito probabilmente per volere americano). A nulla sono valse le stragi giustamente definite di “stato”, perché unico paese dove lo stato ha ucciso barbaramente due volte i propri cittadini, fisicamente e politicamente tramite i propri “servizi deviati” e non ultimo con la verità secretata da decenni anni. Compresa l’uccisione di un loro statista come Moro. Siamo quasi alla verità su quel periodo ma ci vorrà ancora qualche decennio, il tempo che i responsabili muoiano dopo aver goduto grandi carriere in vita e ottime pensioni statali per meriti. Poi negli anni ’80 la strategia è stata diversa. Si poteva corrompere tutto. I presidenti che si succedono non sono più dei veri “garanti della Costituzione”. Finché negli anni ’90 (da Ciampi in poi) le oligarchie bancarie e padronali non hanno preso direttamente i poteri dello stato. Lo sgretolamento della Costituzione è iniziata proprio in quel decennio, affondando il mondo del lavoro, cioè il fondamento della nostra Costituzione, e quindi la sua rappresentanza sindacale, che è passata oggi, da una lotta contrattuale a un colloquio con il governo se non al soliloquio di quest’ultimo. Gli ultimi presidenti fanno parte di quella oligarchia che ha svenduto completamente i principi costituzionali e la sovranità del popolo, facendo il comodo loro e spostando addirittura enormi pezzi di poteri ad oligarchie antidemocratiche, poiché mai elette, all’esterno del Paese, fino a configurarsi uno stato di “alto tradimento”.

Eppure, tutti questi poteri hanno una sola paura, i referendum popolari, unici antagonismi al loro potere. Farebbero qualsiasi cosa per abolirli. Hanno già fatto molto nel non farli svolgere, vedi Grecia, Irlanda, Spagna, Olanda, Ungheria, nel minacciarli in vario modo, o nel non applicarli. Basta pensare ai referendum vinti due volte in Italia sul mantenimento dell’acqua come bene pubblico per vedere dove siamo arrivati.

L’ambasciatore americano a Roma, il mese scorso ha “minacciato” l’Italia, se vincesse il NO, perché molti capitali sarebbero fuggiti e che non avremmo più avuto investimenti dall’estero. A dire il vero gli unici “investimenti” in Italia non sono state per produzione e lavoro, ma solo per svendere ciò che avevamo.

Qualche giorno fa Obama ha ricevuto Renzi per comunicargli il suo “sostegno” a modificare profondamente la Costituzione italiana. Se non si dimentica un po’ di storia gli americani sono sempre stati “molto presenti” nel nostro paese soprattutto quando si presentava l’occasione di un cambiamento politico non confacente ai loro interessi.

L’appoggio alla deforma costituzionale è venuto ovviamente anche dalla Merkel e da varie personalità tedesche. La banca privata svizzera Julius Bauer in uno studio ha analizzato il risparmio, la ricchezza degli europei nel periodo compreso tra il 2007 (poco prima della grave crisi mondiale) e il 2013.
Nel quadro che emerge gli italiani si sono impoveriti del 7%, mentre i tedeschi sono diventati più ricchi del 18%. Oggi Berlino, per bocca del suo Ministro degli Interni Thomas de Maiziére, ha auspicato una vittoria del sì al referendum del 4 dicembre. Sanno che l’eventuale italexit, (referendum permettendo malgrado le apocalissi pre-annunciate), o anche l’eventuale nuova “Resistenza” civile, farebbe veramente crollare il loro impero economico di sfruttamento dei paesi più poveri, nella loro Unione. Anche se svenduto e ricomperato da tutti, rimaniamo il secondo paese produttore dell’Unione, che potrebbe anche avere un po’ di dignità in più e non a chiacchiere pusillanimi.

Né il sostegno alla deforma poteva mancare da parte della Bce e della troika di Bruxelles, anche se sono un po’ tutti irritati dal comportamento birichino, del ragazzo. Ma sanno che è di facciata. Puntuale arriva la non veramente velata minaccia di Juncker a Renzi: “Italia attacca Ue a torto, così non otterrà risultati”. Magari come in Grecia. Intanto il commissario Moscovici, prima di vedere il ministro Padoan, ribadisce: “Con l’Italia resta ancora del lavoro da fare. Ci sono regole che vanno rispettate”. Permettetemi solo un piccolo brivido sul “lavoro che resta da fare”. Forse c’è già aria di dismissioni dopo la vittoria del NO e Junker è abbastanza preciso spianando Renzi: “Me ne frego, non produce risultati”.

Né poteva mancare il francese Hollande, visto che sembrano tutti far parte di una cordata al cui capo c’è il blocco finanziario statunitense. E cioè JP Morgan, che da mesi sprona I suoi a ridurre la democrazia italiana troppo “antifascista”. Solo questo dovrebbe metterci in allerta. E poi Goldman Sachs, struttura o piovra bancaria che da anni piazza direttamente nei posti di comando, nazionali ed europei, i suoi fedeli esecutori. Non serve elencare quelli italiani nei gangli dello stato da anni (governo, la privata Banca d’Italia di Ciampi, le mani nella Cassa Depositi e Prestiti, il risparmio degli italiani). Sono conosciuti e, quasi drammaticamente, non fanno più scalpore. Il loro compito è quello di indebitare i cittadini (persino i prepensionati con l’Ape) e renderli “innocui” tramite paure varie, impoverimento e assuefazione. Qualcuno è anche capace, in uno stato di masochismo allucinato, di dire, oggi, che ciò non sia avvenuto, oppure, che tanto, non ci si può fare nulla.

Queste banche hanno armi potenti di minaccia; gli interessi bancari da pagare su semplici cifre scritturate elettronicamente e in realtà senza sostanza, insieme allo Spread, altro potente spauracchio che torna appena qualcosa a loro indigesto e “pericoloso” si muove. Fanno il bello e il cattivo tempo sulle valute, sull’inflazione o meno, e quindi sul potere d’acquisto delle monete, e quindi direttamente sulla vita degli individui. Rappresentano l’attacco e la minaccia peggiore a una Italia del NO in difesa della propria storia e dei propri morti. Eppure sanno che anche una vittoria del NO il loro governo non cadrà, e altrimenti, al limite, al posto di Renzi troveranno un altro valoroso condottiero di popolo per rimpiazzarlo.

Il tutto orchestrato da un attacco costante dei mass media mondiali e nazionali, ormai totalmente in mano loro. Economist, NY Times, Sole 24 Ore, ecc…. Televisioni a pensiero e regia unica. Sanno cosa ci deve interessare e cosa no. Sanno che del mondo ci devono interessare le elezioni americane e per chi dobbiamo tifare, anche scegliendo tra i due candidati la Clinton, cioè quella con più corruzione, soldi e più sangue sulle mani e rattristandosi se le cose non sembrano andare proprio così. Ci scelgono i nostri amici (magari come l’Arabia Saudita che occupa il posto di Difensore dei Diritti Umani all’Onu – eccetto quello delle donne che non vedo arrabbiate come per le pur rivoltanti “toccatine” di Trump mezzo secolo fa – oppure la sempre presente amica e genocida Israele del mors tua vita mea) e i nostri nemici in modo spregevole (magari i Russi, Assad, Maduro, ecc…) che stanno a casa loro e che non ci hanno fatto proprio niente, ma che addirittura meritano di essere bombardati anche da noi perché nemici del padrone.

toninodorazio.altervista.org

 

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