Accerchiamento elettorale

Accerchiamento elettorale

Tonino D’Orazio 31 ottobre 2017.

Ci siamo, cioè è più evidente. Per l’Italia governata dalle destre vale il famoso detto di Pirandello nella sua novella “La giara”: “messere e porco”. Nel senso che tutto va bene ma non è vero; nel senso che c’è chi ci promuove e contemporaneamente c’è chi ci vuole sempre più male. Ci sono i soliti “rating” delle banche americane, con in testa gli amici di Standard&Poor, che aggiungono una letterina A- a una sfilza di BB- e nello stesso giorno c’è la troika di Bruxelles che ci chiede conto immediato dei nostri (anzi dei loro) conti.

Ci avviciniamo alle prossime elezioni, con una legge elettorale incostituzionale e da regime, cioè “porco” ma un po’ rosa, e con tutti i dati mezzo truccati per convincerci che tutto va per il meglio. La fine del tunnel è di nuovo vicina, anzi questa volta vicinissima. Messere.

Viene da parafrasare una nota pubblicità della Chiesa cattolica.

Chiedetelo ai pensionati, alla loro miseria e alle angherie che subiscono (anche dalla Corte Costituzionale), se non ai suicidi. Chiedetelo a quelli che avrebbero il diritto di riposarsi dopo 40 anni di lavoro e ai quali una legge umanamente infame glielo impedisce; e che ogni volta che il governo si sente sul banco degli accusati, forse vergognandosi un po’ ma più per campagna elettorale, “convoca i sindacati a soliloquio”. Perché tanto, protesta o meno, non si cambia nulla e se li si possano implicare, meglio. Chiedetelo ai giovani visto che anche quest’anno ne sono scappati all’estero quasi 100.000, facendo diminuire fra l’altro la percentuale nazionale della disoccupazione, forse è vero che è diminuita, ma sicuramente per difetto, visto che non ci sono più nelle statistiche. In 5 anni, dati Caritas, se ne sono andati via almeno 700.000. Si precisa sempre di più che forse “non avranno pensione”, o per lo meno viene sbandierato continuamente per colpevolizzare quelli che ce l’hanno. Chiedetelo ai lavoratori ormai schiavizzati e impoveriti dal jobs act e che lavorano ricattati dall’estrema insicurezza per un po’ di riscaldamento, un po’ di elettricità, un litro di benzina, un tozzo di pane. Chiedetelo ai 3 milioni di cittadini che non possono più curarsi causa povertà. Chiedetelo a quelle decine di migliaia di docenti che girovagano per tutta l’Italia, separati e sradicati dalle loro famiglie. Oppure a quelle decine di migliaia che si sono visti sequestrare la casa dalle banche sempre più fameliche. Chiedetelo a tutti quelli, i più, che hanno perso completamente i risparmi di una vita, derubati legalmente dalle banche impunite che continuano a gozzovigliare. Chiedetelo ai ragazzi della cosiddetta legge “scuola-lavoro”, e alle loro testimonianze, visto che vanno ad imparare subito come servire gratis il padrone. Chiedetelo agli universitari, sempre meno, con studi sempre più costosi e infiniti. Chiedetelo alle donne, in un rigurgito sociale e culturale mortale di valori e in una discriminazione continua.

Chiedetelo alle centinaia di migliaia di immigrati “carcerati” in Italia, senza lavoro, rinchiusi in campi di prigionia, o in alberghi, a sprecare la loro vita in attesa di Godot e di rimpolpare quella massa enorme di disoccupati che piace tanto a questo regime neoliberista e di destra.

Chiedetelo ai vertici dello stato, che prima lanciano la pietra e poi, se possono, scappano, compresa la Corte Costituzionale che interviene a malefatte istituzionali in itinere, cioè quando queste sono “assodate” dalla consuetudine e dalle tifoserie partitiche. E quindi chiede a noi cittadini “che fare?” quando la Costituzione è diventata carta straccia.

Chiedetelo ai parlamentari indagati e condannati (qualcuno p.es., a Firenze, a 9 anni) che chiedono in cambio di diventare ministri per il voto “di fiducia” e il sostegno dato ad una legge elettorale da regime. Oggi tutti pronti a servire il “capo” (nascosto nella parola leader) in una lista elettorale bloccata e sicura, al riparo dei populisti, cioè del popolo.

Per non arrivare mai alla fine del tunnel.

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